Mercoledì 22 Ottobre 2025 | 19:59

Ma con queste premesse al Sud inutile sperare in un «voto consapevole»

Ma con queste premesse al Sud inutile sperare in un «voto consapevole»

 
Ettore Jorio

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Ettore Jorio

Ma con queste premesse al Sud inutile sperare in un «voto consapevole»

Elezioni regionali tra date sparpagliate e veti. Questo è il calendario e le regole che accompagneranno in tre mesi le elezioni dei «monarchi» regionali nelle tre più importanti regioni del Sud: Calabria, Campania e Puglia

Venerdì 22 Agosto 2025, 13:59

Elezioni regionali tra date sparpagliate e veti. Questo è il calendario e le regole che accompagneranno in tre mesi le elezioni dei «monarchi» regionali nelle tre più importanti regioni del Sud: Calabria, Campania e Puglia. E già perché più si va avanti e più vicina appare la funzione esercitata nella legislatura uscente dal ruolo del Presidente della Regione. Da qui, il passo e breve per veti e condizionamenti: i primi imposti dal candidato alla sostituzione del Governatore delle Puglie, Decaro, e i secondi dai Governatori non più eleggibili, De Luca ed Emiliano, e da quello dimissionario Occhiuto.

Decaro vuole fare il Presidente di Regione, ma non vuole nelle sue liste già Governatori del passato.

Emiliano perché ingombrante e pretendente un importante assessorato, si presume sanità; Vendola, perché attrattore di popolo difficile da gestire per una legislatura tra i banchi ma anche fuori dal Consiglio.

Più pesanti i condizionamenti del Ras del Vesuvio: due assessorati, tra i quali la sanità, la segreteria ad appannaggio del figlio deputato, la conferma dei DG delle aziende della salute.

Per non parlare del Presidente dimissionario delle Calabrie, che ha imposto una corsa verso il voto di breve durata (manco tre mesi), approfittando così – da una parte - di un centrosinistra suonato chiuso nell’angolo a prendere cazzotti da tutte le parti e – dall’altra - di un centrodestra «compromesso» e senza alternativa nella calura estiva.

Tutte queste pretese individuali, per alcuni versi in parte esaudite, dimostrano dove sia la politica che dovrebbe togliere il Mezzogiorno dalle secche ove mai è arenato da mezzo secolo. Sono i princeps a decidere il suo destino, così come hanno fatto con il recente passato.

Staremo a vedere cosa accadrà con i candidati a confronto.

Se Decaro riuscirà a fare la sua corsa in solitaria - rinunciando ai «clientes» di Emiliano e alla verosimilmente furibonda campagna elettorale dialettica del buon Nichi - e chi sarà il suo avversario, in profonda crisi di identità. La Puglia sarà terreno fertile per la destra con i Fitto, gli Urso, i Gemmato e il preparato sottosegretario alla presidenza Nicola Mantovano a parlare di come il Governo e l’UE vogliano bene alla terra del Tavoliere.

Se De Luca vedrà soddisfatte le sue ambite pretese cui condiziona la candidatura e l’elezione di Fico alla presidenza della Regione, con il centrodestra che fa fatica a gridare la sua presenza e ad individuare un competitor accreditato di un largo consenso.

Se Occhiuto sarà definitivamente il candidato della coalizione governativa a lottare contro il suo avversario, Pasquale Tridico, ex presidente INPS, che ha appena detto sì alla sua candidatura, promettendo filo da torcere all’esponente di Forza Italia che tenta il bis.

A ben vedere, una bella lotta dentro e fuori dai partiti, con tanto cinismo politico nei serbatori finalizzato, rispettivamente, ad escludendum, ad propria proposita e instrumentalis belli.

In buona sostanza, un agonismo da stadio da parte delle rispettive tifoserie, cui corrisponde una assenza totale sulle cose che i candidati, quelli veri, si impegnano a realizzare, prescindendo se prevarranno nello scontro elettorale ai punti ovvero per ko.

A fronte di questo, ci sia augura una voto consapevole, difficile da immaginare con le solite anzidette premesse.

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