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La Corte Costituzionale ha evitato all’Italia di fare una pessima figura

 
Antonio Troisi

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Antonio Troisi

La Corte Costituzionale ha evitato all’Italia di fare una pessima figura

La sentenza della Corte Costituzionale del 14 u.s ha annullato sette specifiche disposizioni della legge n. 86/2024 perché violano il principio costituzionale della sussidiarietà che regola la distribuzioni delle funzioni tra Stato e regioni

Mercoledì 20 Novembre 2024, 12:46

La sentenza della Corte Costituzionale del 14 u.s ha annullato sette specifiche disposizioni della legge n. 86/2024 perché violano il principio costituzionale della sussidiarietà che regola la distribuzioni delle funzioni tra Stato e regioni.

In effetti le nuove competenze sono definite ricorrendo ad in un semplice accordo politico Governo-Regione mentre dovrebbe ricostruire sistematicamente l’impiego del parametro costituzionale del coordinamento con la finanza pubblica ricorrendo ad una «norma di comportamento» che consiste nello stabilire prima «che fare» e poi «come fare».

Al contrario la legge n.86/2024 , stabilendo la programmazione a valle della riforma e non a monte, ha elaborato una riforma dettata dall’esigenza di inseguire il consenso elettorale, desti natandone la realizzazione all’attività di programmazione della Pubblica Amministrazione che, priva di risorse finanziarie, è destinata a non attuarla.

In realtà la fine dell’impermeabilità alla Scienza Economica della P.A., obbligando il legislatore a non occuparsi solo della norma giuridica ma anche dei suoi effetti sull’equilibrio di bilancio ed il concorso alla sostenibilità del Debito Pubblico, impone la logica del «Pari Passo». Ne deriva che la programmazione delle riforme viene sempre prima della conseguente riforma amministrativa con una logica di precedenza imposta anche dal Pnrr che ha un programma complessivo di riforme prima che d’investimenti, comune agli stati membri e non al consenso elettorale. Sicchè il «Pari Passo» tra programmazione delle riforme e conseguente riforma amministrativa è un vincolo al quale non è possibile sottrarsi (Bernardo Mattarella 2020).

Di qui la necessità di rivedere gli snodi fondamentali evitandone l’illegittimità. Mi riferisco al riconoscimento del potere delle Camere di emendamento delle intese raggiunte ed alla possibilità di trasferire solo specifiche funzioni legislative.

Pertanto non potrà esistere un medico Lombardo ed un insegnante veneto diversi da quelli delle altre regioni che non avranno piu libertà di spesa delle risorse necessarie a coprire i costi delle funzioni traferite. Trattandosi di compartecipazioni al gettitodi tributi erariali dovranno rispettare gli stessi vincoli dello Stato in tema di Bilancio. Ed anche definire l’invarianza finanziaria nel quadro generale e della finanza pubblica e degli obblighi eurounitari. In altri termini questo legame fortissimo tra riforme ed investimenti obbliga ad una riforma funzionale all’impegno richiesto dalla UE di eliminare la spesa storica che, essendo destinata solo a produrre consensi , è improduttiva e causa dell’elefantiasi del Debito Pubblico.

Non trattasi di un’utopia perche anticipata dal Fondo solidarietà comunale ANCI , impostato su un meccanismo di perequazione fondato sul rifiuto della spesa storica.

Pertanto la sentenza della Corte ridisegna le premesse maggiori di un’autonomia che in concorso con la finanza pubblica risponde al «che fare» con responsabilità, sostituendo il Patto di Stabilità con l’equilibrio di bilancio e con cooperatività. La regione, non più accentratrice esercita, ricorrendo ad un oggettivo criterio di virtuosità finanziaria, un ruolo di mediazione compensativa con gli altri livelli di governo locale all’interno del territorio e all’esterno tra le diverse regioni, realizzando la perequazione interregionale.

Quanto al «come fare» consiste nel rimediare all’indisponibilità di fondi del bilancio dello stato e della UE ricorrendo al Debito Comune di Draghi. In conclusione l’autonomia responsabile e cooperativa diventa cosi riforma abilitante grazie al ricorso al Debito Comune di Draghi che, con un costo contenuto e facilmente rimborsabile, finanzia la spesa necessaria per riqualificare il sIstema delle autonomie locali da Pane dell’Europa «Mezzo Crudo» a sistema dotato del livello di competitività europeo.

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