La prima lettura della Legge di Bilancio lascia insoddisfatti sia dal lato delle spese che delle coperture. Il Governo afferma che non ci saranno nuove tasse, ma le modifiche alle detrazioni ridurranno le entrate delle famiglie, mentre le coperture basate su rinvii causeranno problemi futuri. Questa legge rischia di diventare una «stangata» per gli italiani. Analizziamo come saranno spesi i soldi e da dove verranno prese le risorse.
Spese Il taglio del cuneo fiscale e la riduzione delle aliquote Irpef assorbono quasi il 60% della Manovra, con modifiche che ampliano a circa un milione di contribuenti tra 35mila e 40mila euro. Tuttavia, questo intervento era necessario (e non un «miglioramento» come dice Giorgetti) per correggere l’errore che avevano fatto in precedenza che penalizzava chi superava i 35mila euro lordi e causava un ammanco di versamenti all’Inps. In sanità sono previsti solo 1,3 miliardi di euro, sebbene la comunicazione politica enfatizzi una cifra di 2,5 miliardi, inclusiva di stanziamenti dell’anno precedente.
La Presidente del Consiglio celebra questo stanziamento, ma la spesa sanitaria sul PIL scenderà al 6,3% nel 2025, ben al di sotto della media Ue del 7%. I fondi sono insufficienti per nuove assunzioni di medici e infermieri, e serviranno in pratica per i soli rinnovi contrattuali, tanto che i medici hanno annunciato uno sciopero il 20 novembre.
La «Carta per i nuovi nati» da mille euro per famiglie con Isee fino a 40mila euro è apprezzabile, ma inutile per contrastare la crisi demografica, che richiede interventi strutturali come aumenti salariali e agevolazioni per l’acquisto della prima casa. La beffa vergognosa è l’aumento delle pensioni minime, con soli 3 euro al mese in più, mentre si aumentano le spese per la Difesa del 17%.
Coperture Si prevede di raccogliere 4 miliardi dalla «tassazione» delle banche, misura che andrebbe definita correttamente un «anticipo di liquidità»: in parole semplici le banche non porteranno in detrazione quest’anno alcuni crediti di imposta e potranno farlo - guarda caso - nel 2027, a fine legislatura, pagando di più oggi e di meno domani. Altro che tassa sugli extraprofitti, o contributo di solidarietà! Altri fondi arriveranno dal settore assicurativo tramite un diverso scaglionamento delle imposte di bollo sulle polizze vita. Le modifiche alle detrazioni incideranno sui redditi sopra i 75mila euro, in modo speciale sui single e sulle coppie senza figli, e ci saranno coefficienti che mitigano il taglio per i nuclei familiari numerosi. Inoltre, ci saranno tagli lineari (del 5%) ai Ministeri: lo Sviluppo Economico sta tagliando proprio i fondi destinati alle imprese, riducendo la possibilità di crescita del Pil. Inoltre si riducono ulteriormente i fondi agli enti territoriali, che vedranno un decremento di 570 milioni nel 2025 e 1,6 miliardi negli anni successivi, con un forte impatto sui servizi sociali locali e quindi sui cittadini: sono i Comuni che provvedono a queste misure, e devono avere le risorse per far funzionare le scuole e gli asili che verranno costruiti.
Altri risparmi verranno dalla limitazione del turnover della Pubblica Amministrazione, con il rientro di tre lavoratori su quattro, e dalla riduzione dell’organico scolastico, con il taglio di 5.660 insegnanti e 2.174 membri del personale non docente. L’istruzione si conferma un settore da attaccare per questo Governo.
Anche in questa legge di bilancio, il Governo riduce l’indicizzazione delle pensioni, anche se in maniera più morbida rispetto all’anno scorso. L’attuale maggioranza ritiene evidentemente che le pensioni siano un regalo e non considera che sono invece il pagamento differito di una prestazione già fornita: con l’inflazione che è arrivata al 14% e la conseguente perdita di poter d’acquisto dei pensionati medi, intervenire anche su di loro è puro accanimento. Un intervento rischioso è la riduzione delle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie: il taglio al 36% per le seconde case e al 50% per ecobonus e sismabonus avranno un duplice effetto sul mondo dell’edilizia: il rallentamento del settore e un contemporaneo aumento del nero, che proprio con questo meccanismo si era ridotto in maniera importante.
E tutto questo è figlio della scellerata approvazione - da parte di questo Governo - di un nuovo Patto di Stabilità che ci costringerà a tagliare 12-13 miliardi all’anno per i prossimi 7 anni, mentre «regaliamo» circa 900 milioni agli evasori con un condono definito nel precedente decreto legge. Noi tutti ci auguriamo che si riesca a modificare qualcosa in fase di discussione in Commissione, ma con queste premesse abbiamo ben poche speranze!