Lo scorso lunedì 7 ottobre l’Assessore alle attività produttive della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci, ha provveduto a firmare i contratti di finanziamento con 4 confidi pugliesi e loro reti risultati assegnando loro 30 milioni di fondi rischi.
Con la «Misura 1.11- sistema delle garanzie pubbliche» della Programmazione 21/27 si tende a sostenere le Pmi associate ai predetti confidi con garanzie rilasciate a valere su questi fondi a fronte di finanziamenti per investimenti (fino ad 1,5 milioni) e fabbisogno di capitale circolante (fino a 800 mila euro).
Con questo ennesimo intervento a sostegno della rete dei confidi operanti in Puglia la Regione Puglia ha ribadito, ancora una volta se ce ne fosse stato bisogno, la propria visione di supporto allo sviluppo delle imprese del territorio che prevede i confidi come partners imprescindibili.
Infatti a dispetto degli «inviti» ripetutamente giunti da Roma tesi a rafforzare l’operatività del Fondo Centrale di Garanzia gestito da Mediocredito Centrale mediante dotazioni supplementari destinate alle cc.dd. «sezioni speciali regionali», la Regione Puglia ha confermato la propria scelta di puntare i propri fondi dedicati alla garanzia sul rafforzamento dei confidi per perseguire, grazie ad un effetto moltiplicativo (effetto leva o gearing), la strategia di crescita dell’ambiente economico.
Potremmo dire che allo score della garanzia pubblica è stato preferita l’assistenza personalizzata alle imprese. Ai freddi algoritmi di accesso, che vedono spesso penalizzate le micro e piccole imprese sovente «digitalmente opache», è stato preferito il caldo confronto interpersonale; alla Intelligenza Artificiale è stata preferita l’Intelligenza Umana.
Del resto anche i confidi hanno meritato questa prova di fiducia come attestato dai risultati sul campo. Sono passati dal mondo ante-covid in cui erano solo prestatori di garanzia al mondo post-covid in cui sono anche garanzia, ma non solo.
Chi più e chi meno hanno associato alla garanzia i servizi accessori: consulenza alla richiesta di contributi regionali con un effetto virtuoso sulle politiche di sviluppo, analisi dei rating bancari e delle loro determinati, programmazione a medio termine e controllo, assistenza all’esplorazione del mondo fintech. Sostanzialmente tutti servizi che tendono a migliorare la gestione finanziaria ed economica delle imprese attraverso un percorso di esaltazione dei propri punti di forza e lotta contro quelli di debolezza.
Potremmo dire che i confidi si stanno spostando dalla lotta alla Lgd (perdita attesa in caso dei default) a quella contro la Pd (probabilità di default); mentre la prima è funzione delle garanzie - più o meno buone - che assistono i finanziamenti, la seconda valuta la rischiosità dell’impresa e la sua qualità della gestione, più o meno buone. Si sta passando dalla mera prestazione delle garanzie all’assistenza concreta alle Pmi per aiutarle ad instaurare i cc.dd. «adeguati assetti amministrativi». Sono imposti dal Codice Civile, sono richiesti dal Codice della Crisi e dell’Insolvenza di Impresa, sono auspicati dal mondo bancario.
In questo modo, migliorando la qualità della gestione e riducendo la propria rischiosità – la Pd appunto – le micro e piccole imprese potranno reagire alla progressiva riduzione dello stock di credito bancario che le vede vittime più che protagoniste. È il cosidetto «fly to quality» a cui si orientano investitori e finanziatori in momenti di particolare tensione come quello attuale.
Le micro e piccole imprese questa tensione la vivono quotidianamente come comparto, quasi a prescindere. La Regione Puglia ha mostrato di averlo ben chiaro nella propria visione di sviluppo strategico.
Alcuni confidi stanno facendo i compiti a casa innovando e attrezzandosi adeguatamente per sostenere le imprese con nuovi servizi. Non ci resta che auspicare che anche le imprese, gli utilizzatori finali delle garanzie e dei servizi accessori, lo abbiano capito. Speriamo.