Sabato 06 Settembre 2025 | 15:31

Commercio globale, la Puglia impari a essere ambiziosa

 
Piero Liuzzi

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Piero Liuzzi

G7, il programma del primo giorno: Zelensky e Biden firmeranno accordo su sicurezza Usa-Ucraina

Al gran tavolo del G7 pugliese un convitato di pietra c’era. Ovviamente ben nascosto, dissimulato nelle non poche luminarie c’era il commercio globale

Sabato 22 Giugno 2024, 13:35

Eppure al gran tavolo del G7 pugliese un convitato di pietra c’era. Ovviamente ben nascosto, dissimulato nelle non poche luminarie c’era il commercio globale. Caspita se c’era! I summit servono anche all’economia, ai macro e medi scenari economici. A dati risalenti a un anno fa, quindi ben prima della guerra di Gaza e delle sue estensioni dal Mar Rosso al Golfo di Aden, la contrazione media del traffico merci su tutte le rotte globali è stata del 3%.

Tuttavia, i traffici marittimi continentali sono aumentati del 5% e quelli locali addirittura del 7%. Qualcuno profetizza il tramonto della globalizzazione anche per l’impazzare di sanzioni, embargo e dazi. Ma forse è un po’ presto per dirlo. Qualcun altro inneggia a sovranismi e auspica impossibili autarchie. Certo i tempi del trionfale ingresso della Cina nel WTO sono lontani e almeno dalla presidenza Obama gli Stati Uniti si sono accorti che la mela (anche nel senso di Apple) aveva un retrogusto amarissimo in termini di deindustralizzazione e di debito pubblico americano detenuto da Pechino. Ovviamente il contrario di globalizzazione non è autarchia e viceversa.

Per un verso flettono i traffici transoceanici, per l’altro crescono quelli macroregionali. Infatti, i suddetti due numerini che attestano la crescita del traffico merci continentale e locale qualcosa vorranno pur dire e potrebbe essere qualcosa che ci riguarda molto da vicino. Sia come Italia che come Puglia.

Intanto il traffico container nei porti delle sponde Est e Sud del Mediterraneo è cresciuto sottraendo lavoro ai porti italiani e del Mar Nero. Anche gli spagnoli non scherzano. Il Logistic Performance Index della Banca Mondiale, che fotografa le capacità trasportistiche internazionali, ci colloca al diciannovesimo posto su 139 Paesi. Non è male ma con 8 mila chilometri di costa potremmo fare molto meglio di altri competitori europei che ci sopravanzano e non di poco. Punti deboli la qualità delle infrastrutture, la burocrazia e quindi la puntualità. Qualche volta ci si mette anche lo skyline che verrebbe compromesso o il nido di qualche «rara avis».

Giorgia Meloni ha motivato la scelta pugliese del G7 con la centralità mediterranea della regione e non si riferiva certo a «lu sule, lu mare, lu ientu». Che il turismo debba fare la sua parte è scontato ma c’è un altro «Big Game» che sembra aprirsi con i traffici di breve e medio raggio di una futuribile reindustrializzazione dell’Occidente.

L’espressione di Papa Francesco «Guerra Mondiale a pezzi», potrebbe inverarsi nel suo contrario: «Pace Mondiale a pezzi» con annessa rivoluzione di rotte e traffici.

Da Borgo Egnazia alla svizzera Bürgenstock - dove si è svolta la conferenza di pace per l’Ucraina - è emersa chiarissima la probabile prossima geografia globale con annesse nuove inedite rotte commerciali marittime.

Che l’Italia abbia una posizione strategica è fin troppo ovvio. Che la Puglia possa avere qualche ambizione in più sarebbe banalmente doveroso.

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