Ad una settimana dalla lunga e dura campagna elettorale, riscontriamo che molto è stato incentrato sul confronto tra gli schieramenti politici e poco sui programmi futuri. L’effetto di tutto ciò è il crescente e preoccupante astensionismo. Per la Circoscrizione IV dell’Italia meridionale (Elezioni Europee) infatti, i votanti sono stati 5.235.343 (42,09%) su 12.437.444, in Puglia hanno votato il 43,61%, fanalino di coda i territori di Taranto e Bat con poco più del 38% dei votanti.
Un dato pesante questo che, ancora una volta, vede diminuire inesorabilmente la partecipazione dell’elettorato, ridotta ormai a 4 cittadini ogni 10 aventi diritto al voto. Il clima elettorale invece sembra essere, nel giro di pochi mesi, una sorta di fattore costante e allora, torna utile ricordare che l’anno prossimo in Puglia ci aspettano le elezioni Regionali con il rischio di rallentamenti nei processi amministrativi. A fronte di questo scenario, diventa urgente la «messa a terra» dei progetti del PNRR che, comunque, andranno conclusi entro il 2026. In tutto ciò, auspichiamo a breve una convocazione da parte della Regione Puglia per un secondo monitoraggio, dopo l’ultimo di settembre 2023. Nonostante i dati Istat cautamente confortanti sull’occupazione regionale, occorre agire sulle diverse criticità e sulle modalità per creare nuove opportunità lavorative per donne e giovani. Benissimo, nel frattempo, i recenti rinnovi contrattuali nazionali che, di fatto, rispondono concretamente al recupero del potere d’acquisto dei salari evitando nel contempo, una maggiore difficoltà economica ed una ulteriore spirale inflazionistica. Auspichiamo che tali rinnovi vadano però di pari passo con le scelte aziendali-imprenditoriali di accrescimento delle competenze, della formazione, della sicurezza sul lavoro, della produttività e con un necessario rafforzamento degli investimenti pubblici e privati abbinati a processi di innovazione. Al contempo, non possiamo dimenticare i problemi demografici e di mismatch tra domanda e offerta di lavoro che restano, a nostro parere, tra i principali da superare per lo sviluppo economico del Paese e del Mezzogiorno e quindi della stessa Puglia. È, infatti, da ricordare che sono emigrati all’estero, dato nazionale, negli ultimi dieci anni, 352 mila giovani tra i 25 e i 34 anni, di cui 132 mila laureati. Come Cisl anche in Puglia, continuiamo a proporre l’urgenza di un patto sociale per recuperare una maggiore efficacia di confronto sui territori, quale presupposto ineludibile per rilanciare strategie e crescita. Per questo, decisiva è la proposta di legge della Cisl sulla partecipazione attiva delle lavoratrici e dei lavoratori alla vita delle imprese, in modo da dare piena attuazione all’art. 46 della Costituzione.
L’apporto di tutti gli attori socio-economici e istituzionali diventa cruciale, pur nelle poche o tante differenze politiche ed è dunque importante un dibattito costante finalizzato alla capacità di programmazione, nazionale e regionale, senza la quale sarà oggettivamente più difficile far fronte alle difficoltà già ben note. Oggi nei territori pugliesi siamo alle prese con un riassetto di alcuni settori produttivi, dove si intravedono all’orizzonte diverse difficoltà a carattere occupazionale, sociale ed economico. Ancora non molto chiaro è quello dei poli industriali – siderurgia, automotive, energia, aerospazio – ma anche dei tradizionali punti di forza pugliesi, come per esempio l’agroalimentare e il turismo. Inoltre, bisogna affrontare le non rinviabili emergenze ambientali e del cambiamento climatico, per le quali ricordiamo la Puglia detiene, per diversi motivi, un ruolo strategico, e che non si dovrà tradurre in una possibile deindustrializzazione.
Per la Cisl Puglia occorre da subito, strutturare un sano equilibrio tra le diverse esigenze promuovendo più sviluppo sostenibile, migliori condizioni di vita per tutti, comprese le fasce più fragili come gli anziani, più occupazione, specie in una fase così delicata di calo demografico che investe soprattutto i giovani; a cui servono risposte concrete e nuove opportunità che sappiano offrire «buon lavoro». Pensiamo che molto dipenderà dalla capacità di coesione sociale e territoriale che si metterà in campo, consapevoli che non servono tensioni e scontri ideologici, bensì vera partecipazione, confronto responsabile e proposte. La Cisl Puglia c’è.