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Stabilimenti balneari: ora l’Ue tocchi con mano la situazione pugliese

 
Mimmo Magistro

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Mimmo Magistro

Stabilimenti balneari: ora l’Ue tocchi con mano la situazione pugliese

Si torna a parlare quotidianamente di spiagge e stabilimenti balneari e alcuni esperti del settore, giuristi, tecnici e politici, esprimono in modo unanime il parere che ci attende un cammino lungo e penoso per giungere ad una saggia conclusione

Giovedì 30 Maggio 2024, 13:11

Si torna a parlare quotidianamente di spiagge e stabilimenti balneari e alcuni esperti del settore, giuristi, tecnici e politici, esprimono in modo unanime il parere che ci attende un cammino lungo e penoso per giungere ad una saggia conclusione. Ho avuto l’onore ed il piacere dal 2002, un paio di anni dopo il trasferimento delle funzioni dallo Stato alle Regioni, di dirigere il settore del Demanio Marittimo Pugliese con l’ulteriore incarico di Ufficiale di Polizia Giudiziaria.

Dopo qualche mese fui anche chiamato a far parte del coordinamento nazionale delle regioni che su questo tema dialogava con il Governo ed il Ministro delegato.

Da allora ci sono state leggi approvate ma nei fatti non attuate, migliaia di decisioni di tribunali revocate da sentenze di Consiglio di Stato ed interventi della Corte Costituzionale rispetto a leggi regionali diverse per ogni territorio e, più riprese richiami dell’Unione Europea al rispetto delle norme.

Io partirei da queste norme che mi pare non siano state applicate da tutti, a volte aggirate, a volte rinviate come accade per noi in Italia. In realtà, si tratta di norme che non possono trovare uguale applicazione in tutta la comunità europea perché le coste sono diverse anche nella stessa Italia e le leggi regionali che negli anni sono state emanate sono state contraddittorie o non attuate.

L’esempio della Puglia è emblematico. Nel 2006 la L.R. 17 approvava il Piano Regionale e dava pochi mesi ai Comuni per predisporre il proprio piano spiagge con un massimo di 40% di aree concedibili. A quasi 20 anni di distanza i Comuni che hanno approvato i piani, non più di 10 in Puglia, (alcuni anche commissariati dalla Regione) non hanno realizzato nulla di quanto previsto.

In realtà, la colpa non è né dei Comuni, né delle Regioni e forse neanche dei nostri parlamentari, ma di una burocrazia europea che non comprendere che in Puglia non è possibile applicare norme di altre regioni tedesche.

Immaginate che per località come torre San Giovanni ad Ugento, Baia delle Zagare a Mattinata, o Castellaneta Marina, Rosamarina, i lidi di città a Bari, possano le spiagge essere messe a gara dopo che sulle aree retrostanti sono stati investiti milioni di euro. Sono sorti alberghi e migliaia di ville spesso acquistando aree pubbliche perché i bandi di gara dell’epoca prevedevano priorità per chi avesse i parcheggi e l’obbligo di acquisire relitti di aree retrostanti, antistanti o laterali, pena la revoca della concessione ovvero il diniego della domanda della concessione.

Ma ci sono anche concessionari alla quarta… quinta generazione che hanno investito la loro vita e quella dell’intera famiglia su un pezzo di spiaggia, dietro cui hanno realizzato la loro abitazione, la saletta medica, il bar ed un ristorante. Non esiste un ristoro economico in grado di garantire di proseguire a vivere onestamente.

Certo, se necessario, si aumentino i canoni per le concessioni, ma si creino le condizioni per rendere più ospitali le nostre coste, ripulendo quelle rimaste pubbliche, spesso sporche o abbandonate.

Il Governo Italiano, anche per non mettere in difficoltà il nostro sistema giudiziario a cui spetta far rispettare anche le norme comunitarie, assuma un impegno concreto di invitare, magari anche per il G7, i massimi organi comunitari perché possano toccare con mano che eventuali gare a chi offre di più per le nostre coste creerebbe problemi occupazionali e milioni di contenziosi ad ogni livello.

E revochi la norma Bolkestein, su cui lo stesso Governo Europeo riflette da parecchio, anche perché si tratta di una norma che prevede anche il bando per rinnovare le concessioni per i mercatini rionali. Al G7 si facciano un giro anche fuori dalle strutture luxury!

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