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Dagli investimenti al G7: il Sud terra desolata secondo convenienza

 
Lino Patruno

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Lino Patruno

Dagli investimenti al G7: il Sud terra desolata secondo convenienza

Il Nord «attrae» grazie alle infrastrutture pagate anche con tasse meridionali

Sabato 16 Marzo 2024, 13:59

Figuriamoci se poteva essere il contrario. Una startup multinazionale di Singapore vuole aprire una fabbrica da 3,2 miliardi e 1600 posti di lavoro in Italia, e quali regioni indica il governo? Ma Piemonte, Lombardia e Veneto. Scusi, perché? Nessuna risposta, sarà perché è sempre «prima il Nord». Poco conta che questo investimento sia il primo risultato di un piano nazionale di incentivi da 4,3 miliardi, stanziati anche con i soldi delle tasse dei meridionali. Tasse dei meridionali usate per arricchire sempre una parte del Paese a danno del Sud.

Avvenne tempo fa anche col colosso tecnologico americano Intel. Il quale, di fronte alla contesa fra i soliti Piemonte e Veneto pigliatutto, ha poi deciso di andarsene in Germania. Eppure anche Puglia e Sicilia dichiararono il loro interesse, ma furono trattati da ospiti infilati in un pranzo altrui.

La startup di Singapore si chiama Silicon Box e dovrebbe produrre chip. Sono i semiconduttori, quei piccoli componenti elettronici senza i quali non si muove nulla oggi, dai cellulari ai computer alle auto alle lavatrici. Prima scelta l’Italia per il suo sbarco globale, e prima in Europa. Ma sa, dice il ministro Urso, al Nord ci sono i collegamenti, la vicinanza ai mercati europei. Cioè quelle condizioni di cui è stato dotato il Nord, col Sud che pagherebbe sempre il prezzo dei mancati adeguamenti come se fosse colpa sua. Più non ti diamo, più è peggio per te.

Eppure il Sud non è meno sviluppato del Nord in quel settore strategico: vedi la Sicilia con la sua StMicroelectronics, colosso mondiale anche di brevetti. E questa ennesima disparità avviene proprio mentre sale in orbita attorno alla terra il primo microsatellite artificiale interamente elettrico, pesante solo 75 chili, e creato dall’unica azienda spaziale italiana interamente privata. Cioè una che riesce a fare a meno dei contributi dello Stato che vanno sempre altrove. È la Sitael di Mola di Bari, parte di quella fucina di futuro che è la Mermec di Monopoli. Insomma la multinazionale tascabile (come si dice) figlia di un visionario come Vito Pertosa, partito da (quasi) zero e ora invidiato dal mondo. Grazie al suo treno diagnostico che assicura la sicurezza di gran parte delle ferrovie e delle metropolitane in ogni continente. E grazie al suo piccolo gioiello di aereo superleggero che ne attraversa i cieli. Ma anche le biciclette Vaimoo che Bari ben conosce. Più altre genialate e dintorni.

Quando si è dovuta rappresentare l’Italia al vertice mondiale sulle infrastrutture in Giappone, l’Italia ci ha mandato Vito Pertosa, who else? chi altro, dicono gli inglesi. Ma se meditano di arrivare la Intel e ora la Silicon Box, solo il Nord: mica possiamo proporre le lande desolate del Sud. Anzi questo Sud insultiamolo, la finisca col suo «chiagn e fotte», come ha detto un gentleman del livello del ministro Calderoli. Uno che tutto sommato si è evoluto rispetto al suo passato di Napoli definita «fogna infestata da topi da bonificare». Più la ministra di colore Cécile Kyenge, per lui soltanto una «ministra orango».

Forse anche per questo, per rifarsi una verginità verso il Sud, Calderoli è orgoglioso autore di quel progetto di Autonomia differenziata approvato dal Senato e ora alla Camera. Quello che darebbe una autonomia mai vista a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna (le Rieccole), fino al punto da consentire che si trattengano le loro tasse come diritto grazie alla loro ricchezza considerata un merito etico. Ma per il Sud risolverebbe ogni problema. Come? Calcolandone e riconoscendogli tutti i bisogni finora ignorati e che ne mortificano la qualità della vita. Compresa quella cosiddetta perequazione infrastrutturale, insomma quella che avvantaggerebbe il Nord anche ora con gli inviati di Singapore.

In verità il governo ha già detto che per soddisfare i sopraddetti bisogni non c’è un euro. Però, come si dice dalle parti del Sud, è il pensiero quello che conta, non quel bluff da Guiness dei primati che si vuole far passare verso chi «chiagn e fotte».

In questo quadretto, bisogna riconoscere che verso il Sud c’è coerenza, vivaddio. Niente microchip, niente bisogni soddisfatti, niente treni veloci, improbabile 40 per cento del Pnrr. Però in Puglia il G7 con tutti i potenti del mondo. Ma allora il Sud non è una landa desolata? Beh, secondo convenienza.

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