Proprio Gesù, per i credenti, lo ha detto chiaramente: «Chi parla male del fratello e della sorella, chi calunnia il prossimo è omicida». O anche la locuzione latina Multo quam ferrum lingua atrocior ferit. Riflettiamo ora che infuria la tempesta su social e stampa, ora che le parole, come frecce velenose, ci assalgono fino ad uccidere.
Cerchiamo di fermare questo fiume emetico, mettiamo in campo tutta la forza della nostra cultura ed umana esperienza per preparare, secondo scienza e coscienza, un grande anti-emetico che oggi diventa un vero presidio salva vita. È fuor di dubbio che le parole possono essere usate sia per il bene che per il male, per costruire o per distruggere, per amare o per odiare. Attenzione però: tutto dipende non tanto da chi le pronuncia quanto da chi le scrive, specie poi sui social, e allora il disastro può essere totale. Esiste pure la positività, per cui le parole possono anche essere fonte di consolazione, di speranza, di saggezza, di arte.
È fondamentale usare le parole con responsabilità, con rispetto, con gentilezza e questa riflessione sembra la più grossa delle banalità, ma il quotidiano ci dice che non è così e forse meritano di essere ripetute insieme a: rispetto, empatia, onestà di pensiero, positività di analisi, cancellare l’odio e tanto altro.
Non sparare giudizi sempre assolutamente superficiali e comunque imparare a chiedere scusa, in sintesi non dimenticare mai la classica e sempre valida: educazione. Le parole possono essere più potenti della spada, ma anche più belle. È dimostrato ormai che internet amplifica il potere delle parole, perché le rende accessibili a un pubblico molto più vasto e veloce. Questo può avere conseguenze positive o negative, a seconda del messaggio che lanciamo e della responsabilità che abbiamo nel farlo. Internet può essere un mezzo per diffondere la verità, la giustizia, la pace, ma anche per alimentare odio, e contese fino a vera e propria guerra.
Altro principio assoluto è essere sempre consapevoli e usare internet con saggezza e massimo rispetto anche per il mezzo che utilizziamo. La premessa è che, prima di iniziare un qualsivoglia cammino informativo, ci sia l’approfondimento verso le fonti che consultiamo, verificare le informazioni che riceviamo, confrontarci con altre opinioni, dialogare con civiltà. Da ultimo e non per ultimo, ricordarsi di essere solidali con chi soffre, con chi è vittima di ingiustizie. «Mettiamo dei fiori nei nostri cannoni»: forse espressione dei semplici un po’ datata, sembra però una bella sintesi.