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Non è vero che i giovani sono «sdraiati». La politica? Li riguarda

 
Enrica Simonetti

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Enrica Simonetti

Non è vero che i giovani sono «sdraiati»: la politica? li riguarda

Se ci fosse la possibilità di una class action, di un'azione collettiva contro il vilipendio della  propria immagine, i ragazzi farebbero bene a muoversi

Giovedì 14 Dicembre 2023, 05:02

15 Dicembre 2023, 18:34

Se ci fosse la possibilità di una class action, di un'azione collettiva contro il  vilipendio della  propria immagine, i ragazzi farebbero bene a muoversi. Da decenni sono  dipinti come ingenui, incapaci, sonnambuli (per dire una parola ormai alla moda), mentre decisamente non lo sono. O non del tutto. Gli ex «sdraiati» del famoso libro di Michele Serra, da un po' di tempo sono in piedi e camminano per il mondo. Sì, hanno il cellulare come alter ego, ma forse meno dei loro genitori che ormai imperversano anche su TikTok con demenze inenarrabili. 

E invece i giovani-adulti, ossia i ragazzi che hanno appena compiuto i 18 anni non sono così male, anzi. Se l'adolescenza è più tormentata e tempestata dall'unico credo di internet, quando i ragazzi si avvicinano al traguardo della maturità, mostrano l'addio a quella fase un po' cruciale della giovinezza  e mostrano nuove consapevolezze. Passano il tempo sul web ma fanno della rete una fonte di informazione, interessandosi anche alla politica.

Lo dimostra, se crediamo alle statistiche, lo studio appena presentato a Bari, dal titolo «Giovani e comunicazione  politica. Il peso dei media  locali e dei new media nella  costruzione del consenso». Una ricerca che dà da riflettere e da guardarsi un po' meglio in giro. 

Il sondaggio è stato effettuato tra gli  studenti dell’ultimo anno degli istituti scolastici pubblici pugliesi e del primo anno delle università  pubbliche pugliesi.  Un campione di soggetti analizzati da un comitato scientifico coordinato da  Francesca Romana Recchia Luciani,   Stefano Cristante,  Iulia Ponzio e  Onofrio Romano, per un lavoro  condotto dal Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e finanziato dal Comitato Regionale per le Comunicazioni della Puglia (Co.Re.Com). Tanti i nomi di docenti universitari e dottorandi coinvolti e val la pena citarli (Giorgio Borrelli,   Ilenia Colonna, Paolo Inno,  Vito Campobasso, Christian Introna,   Bruno Osella,   Silvia Strippoli) perché la ricerca spazia tra vari campi, dall'informazione sulla carta stampata alla Tv fino a internet, rivelando un «oggetto» di interesse che temevamo smarrito, ossia la Politica! 

La conclusione dello studio e delle interviste riporta infatti in primo piano l'interesse di questa fascia di giovani a quel mondo – meraviglioso, nonostante tutto – dell'antica e nuova Polis, la cosa pubblica, quella che dovrebbe essere uno dei nostri interessi primari. E rivela che i giovani s'informano anche e soprattutto sui media locali per capire, analizzare e decidere. Sono coinvolti dai problemi dell'ambiente, della rappresentanza, dell'occupazione, mentre il mondo della politica purtroppo spesso li abbandona, ricordandosene soltanto quando si tratta di sottolineare che i «cervelli» scappano, che i laureati vanno a vivere fuori dall'Italia e dal Sud. Chissà come mai se ne vanno! Forse perché scoprono mondi europei in cui si punta su di loro, gli si dà fiducia, li si accoglie. Certo, c'è più lavoro, ma è anche vero che fuori dall'Italia c'è un universo che evidentemente sa aprire le braccia a quelli che non hanno ancora i capelli bianchi, riponendo fiducia in loro e nelle diffuse capacità di chi ormai si affaccia alla vita, con qualche fragilità in più questo è vero, ma anche con tanta voglia di mettersi in discussione, di accettare le difficoltà del vivere all'estero, del formarsi, del parlare una lingua diversa, senza dover coniugare solo e sempre i verbi del disfattismo meridionale.

Ciò che le cifre del sondaggio dicono mette speranza. Anche in noi giornalisti che scriviamo, analizziamo, portiamo avanti quel mestiere che ormai rischia di sembrare «antico» in un planetario dell'informazione che cambia di attimo in attimo. Ebbene sì, i giovani pugliesi si informano e - in base al rapporto del Corecom - gli studenti della provincia di Brindisi leggono più quotidiani nazionali (il 28% degli intervistati della provincia brindisina), seguiti dagli studenti delle province di Bari e Taranto (19%), Lecce (18%), Foggia (13%) e Bat (12%). E cosa leggono? Il campione indica che è la cronaca politica a emergere come la tipologia di articoli più letta e – sottolinea il prof. Onofrio Romano - incrociando tutti i dati analizzati sono i media a influenzare e determinare la partecipazione al voto e l’orientamento politico. Il web, i siti internet dei giornali, i video stimolano la partecipazione civico-politica ed è come se l'informazione, secondo le risposte date ai questionari, fosse l'argine al disimpegno e alla sfiducia nella politica. E ancora: coloro che leggono quotidiani locali sono più propensi a recarsi le urne. Altro che astensionismo! Quello riguarda quindi le fasce di età di più elevate e... lo abbiamo visto nelle più recenti elezioni.

Insomma, gli «sdraiati» si sono alzati dai divani e corrono verso il loro futuro. È vero, non sempre i sondaggi dicono tutto, ma forse è il caso che il mondo della politica cominci a correre a fianco ai giovani, annusando la nuova aria che spira, facendo tesoro dei nuovi trend. E chissà, lasciando loro più spazio.

Come nelle ultime pagine del succitato libro di Michele Serra, appunto Gli Sdraiati (edito da Feltrinelli, chi non l’ha letto, farebbe bene a recuperarlo!), dove un padre stanco cede il passo al figlio e si fa condurre in cima alla montagna. Scoprendo nuovi entusiasmanti orizzonti.

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