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Lo scenario è critico, ma sull’economia il governo sta sbagliando

 
Guglielmo Forges Davanzati

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Guglielmo Forges Davanzati

Lo scenario è critico, ma sull’economia il governo sta sbagliando

Confindustria smentisce il Governo sulle previsioni di crescita, che vengono ridotte, per il prossimo anno, allo 0.8% rispetto all’1.2% inserito nella Legge di Stabilità

Giovedì 16 Novembre 2023, 14:15

Confindustria smentisce il Governo sulle previsioni di crescita, che vengono ridotte, per il prossimo anno, allo 0.8% rispetto all’1.2% inserito nella Legge di Stabilità. Dello stesso parere è l’Ufficio Parlamentare di Bilancio. In più, nell’audizione alle Camere di novembre, il presidente Bonomi ha criticato la manovra, mettendone in evidenza le principali debolezze anche da parte imprenditoriale. In particolare, è stato rilevato che le agevolazioni fiscali per le assunzioni sono inutili, dal momento che le imprese non trovano facilmente forza-lavoro e inoltre assumere dovrebbe essere parte integrante del loro lavoro, non l’effetto di una sovvenzione e stimolo governativo. Lo scenario per il Governo è dunque piuttosto critico, sul piano delle politiche economiche, sotto questi fronti:

1) La BCE ha annunciato che, pure a fronte del calo del tasso di inflazione, manterrà elevati i tassi di interesse verosimilmente per tutto il 2024. Ci significa ulteriore calo di investimenti e consumi e, dunque, basso tasso di crescita. Inoltre, occorre considerare che il Tesoro dovrà emettere oltre 400 miliardi di titoli del debito pubblico, sui quali pagherà appunto interessi crescenti. I nostri titoli di Stato, inoltre, hanno una durata media più breve di quelli di Francia e Germania (6.9 anni, contro 8.3 e 7.9) e la loro maturità non è stata colpevolmente aumentata negli anni trascorsi, quando i tassi di interesse BCE erano insolitamente bassi.

2) Il PNRR è a rischio, soprattutto nel Mezzogiorno, ed è l’unico strumento che l’esecutivo ha a disposizione per raggiungere una crescita superiore allo zero. Le criticità sono note, a partire dal sottodimensionamento della pubblica amministrazione, la carenza di progettisti, i ritardi conseguenti di attuazione e la farraginosità del dispositivo dei bandi.

3) Le due principali guerre in atto - Ucraina e Palestina - introducono rilevanti elementi di incertezza nel sistema e, conseguentemente, contribuiscono a rallentare l’attività economica, soprattutto per effetto del calo degli investimenti.

In questo scenario macroeconomico non favorevole, si innestano alcune decisioni molto discutibili, fra le quali principalmente quella di gestire i flussi migratori in accordo con l’Albania. Anche in questo caso, si tratta di un evidente tradimento di una promessa elettorale, come di questo si tratta quando si considera il segno restrittivo della manovra finanziaria (in aperto contrasto con la retorica anti-austerità e antieuropeista degli anni scorsi di Fratelli d’Italia e Lega). L’accordo sui migranti con l’Albania è in contrasto con l’art.10 della Costituzione Italiana, che stabilisce il diritto d’asilo nel «territorio della Repubblica». Si tratta soprattutto di un intervento che farà inevitabilmente crescere i costi dell’accoglienza, nella sostanziale assenza di meccanismi che garantiscano i rimpatri (che, infatti, sono in percentuale irrisoria). Le promesse elettorali riguardavano il blocco navale, la cui fattibilità è impossibile e tale si è rivelata, sia sul piano giuridico, sia sul piano tecnico e fattuale.

Ancora: il mancato superamento della Legge Fornero non può non costituire, agli occhi degli elettori della destra, un grave inadempimento dell’esecutivo, così come i tagli alla sanità pubblica. A dir poco singolare è poi la vicenda della tassazione degli utili bancari, che si è risolta attribuendo la scelta alle banche se pagare tasse o ricapitalizzarsi. Nessun Istituto ha ovviamente scelto la prima opzione.

Non è recepibile la scusa del Ministro Giorgetti secondo la quale la «prudenza» che il Governo ha adottato nella stesura della Legge di stabilità deriva dall’indebitamento prodotto dal Governo Conte. Giorgetti si riferisce, in particolare, alle spese per il superbonus. La questione è controversa, ma l’evidenza empirica disponibile mostra che questo provvedimento ha contribuito a generare l’elevato tasso di crescita sperimentato lo scorso anno dall’economia italiana.

Complessivamente si può ragionevolmente dire che questo Governo ha fin qui dato pessima prova di sé stesso sul piano della gestione dell’economia italiana e che, in più, ha manifestamente tradito le attese dei suoi elettori. L’economia italiana, per dirla con il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, ha bisogno di una «visione» che la traghetti fuori da quaranta anni di «declino».

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