Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, la sua forza politica sarà presente nelle Marche, in Calabria e anche in Puglia nella prossima tornata elettorale. L'obbiettivo del partito in queste regionali?
«Si conclude in queste ore una fase congressuale pugliese che ha visto partecipare oltre mille persone, con assemblee provinciali e ora con il congresso regionale».
Costruite una struttura territoriale ramificata. Sul piano della collocazione politico-programmatica?
«Completiamo la proposta del centrodestra: noi siamo la quarta gamba della coalizione. Abbiamo una missione».
Quale?
«Vogliamo ridare voce ai tanti moderati e centristi che non vanno a votare nemmeno qui in Puglia».
Una formazione centrista del centrodestra come rafforza la coalizione?
«Il 50 per cento degli astensionisti è centrista: “il coraggio della responsabilità” è la nostra linea e il nostro slogan. La politica è responsabilità verso la comunità, è non dimenticarsi degli ultimi, non è clientelismo ma sostegno a chi resta indietro».
Gli ultimi riscontri delle urne di Noi Moderati?
«A Genova abbiamo preso alle comunali l’8%, in Molise il 7%, in Abruzzo e Umbria il 3%, a Lamezia l’11%…».
Il vostro contributo all’azione di governo sta anche nel tenere accesi i riflettori sul sostegno alla famiglia e al ceto medio?
«Abbiamo posto l’accento sulle politiche per natalità e per famiglie e i giovani, Ho sentito la Schlein proporre il congedo parentale e la conciliazione lavoro-famiglia: è disattenta. Grazie al centrodestra e alla proposta di Noi Moderati si è passati ai fatti. Per tre mesi il congedo potrà essere retribuito all’80%. Sull’Irpef da ridurre di due punti ragioniamo, perché il tema è incidere e non disperdere le risorse. E’ utile pensare di alzare gli stipendi ai giovani e sostenere il diritto alla casa, soprattutto nelle grandi città dove gli affitti sono alle stelle».
C’è poi il grande tema della Salute.
«Le condizioni della sanità pugliese sono pessime: mi racconto di un uomo morto a Lecce perché nel Pronto soccorso non c’era un cardiologo… E qui si discute di Vendola ed Emiliano, o della presunta discontinuità di Decaro. A noi interessa intervenire nel concreto».
Come?
«Dove le Regioni non sono in grado di dare risposte per le liste d’attesa riducendo i tempi, il governo deve intervenire anche con poteri commissariali».
Dopo dieci anni di Emiliano di cosa ha bisogno la Puglia?
«Speriamo finalmente di una sanità che rimette al centro la persona e la sua dignità dei malati, perché l’Italia è sempre stata avanti anni luce sul modello della sanità pubblica. Poi qui bisogna fare molto per le infrastrutture, oltre la Bari-Napoli. Anche gli Aeroporti di Puglia hanno una potenzialità enorme ma ancora sottoutilizzata. Poi c’è il buco nero della sicurezza: a Bari ci sono bande che fanno della violenza quotidiana un indice della insicurezza per i cittadini. Siamo per accogliere, come abbiamo fatto con il decreto flussi: ma tutto passa dalla dignità del lavoro, non dall’entrare in clandestinità».
Decaro ha preso tempo per scendere in campo a sinistra.
«Qui l’unico progetto della sinistra è il campo largo che mette insieme reti di potere o considera il centrodestra il nemico mortale. Ho visto il governatore dem Giani sposare la proposta del reddito di cittadinanza: la dignità per i cittadini non passa dai sussidi, ma dal lavoro».
Il centrodestra?
«Dobbiamo lavorare e nei prossimi giorni ci ritroveremo per fare la scelta migliore».
Un vertice per le regionali è in agenda a stretto giro?
«Mauro D’Attis è certamente un autorevole esponente di Fi, come Marcello Gemmato di Fdi. L’unico criterio che non va bene è quello di preferire solo il politico del proprio partito, mentre gli altri possono proporre solo un civico… Abbiamo proposto il nostro nome a quel tavolo, ci sono personalità di Confindustria…».
Si parla di ingressi di consiglieri regionali uscenti.
«Noi abbiamo un criterio: i partiti non sono taxi. Bisogna credere ad un progetto e alla prospettiva dei moderati. Dobbiamo aprirci ai movimenti territoriali per dare una voce a questo civismo sano, riappassionando tanti delusi della società civile e della politica».
Anita Maurodinoia possibile candidata di Noi Moderati?
«Valuteremo tutte le richieste. Il nodo non è il nome di un candidato. Ne discuteremo con il segretario regionale Luigi Morgante. In tanti vogliono correre sotto le nostre insegne».