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Autonomia differenziata: la lotta della Cgil continua, serve una regia nazionale

 
Pino Gesmundo

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Pino Gesmundo

Autonomia differenziata e credito di imposta: colpi al cuore del Sud

Vorrei chiedere al presidente della Sicilia o della Calabria, ma davvero senza intento polemico, che spiegassero quali benefici hanno intravisto in un progetto di devoluzione di competenze per i propri territori, al di là del maggior potere che ricadrà in capo di governi regionali

Martedì 07 Marzo 2023, 14:02

C’è poco da interrogarsi sulla sfiducia degli elettori verso la partecipazione democratica che si esprime tramite il voto, quando chi ha incarichi istituzionali sostiene provvedimenti per mera ragione d’appartenenza politica, andando contro gli interessi dei cittadini e dei territori che rappresentano.

Vorrei chiedere al presidente della Sicilia o della Calabria, ma davvero senza intento polemico, che spiegassero quali benefici hanno intravisto in un progetto di devoluzione di competenze per i propri territori, al di là del maggior potere che ricadrà in capo di governi regionali. Perché parliamo di un voto a scatola chiusa, su un intervento che prevede imponenti trasferimenti di risorse affinché i territori possano ottemperare alle nuove competenze e che non è sostenuto da una previsione, una stima, rispetto a quel che accadrà a livello di amministrazione centrale o periferiche.

Non ci bastano le rassicurazioni del Ministro Fitto. Dobbiamo provare a sganciare la discussione sui Lep dal disegno Calderoli. I Livelli essenziali delle prestazioni sono un diritto per tutti i cittadini, del Sud e del Nord, e non averli in oltre vent’anni definiti e finanziati è sicuramente una colpa che ricade su tutti i governi che si sono succeduti, ma è tema che va affrontato a prescindere. E quanto all’invito a guardare ai ritardi che ci sono e arrivano da lontano, ebbene la Cgil non ha mai smesso di farlo e sono proprio questi a preoccuparci. Come si affrontano questi divari dividendo il Paese? Dico di più: quale coerenza c’è con quel programma straordinario che è il Next Generation EU, che tra i suoi obiettivi principali ha quello di colmare divari territoriali e sociali, con il dividere il Paese in venti piccole patrie, dove ognuna potrà costruirsi le proprie politiche del lavoro, le proprie politiche industriali, o quelle energetiche. Quando servirebbe una regia forte centralizzata, che non significa poi non premiare le autonomie, ma avere un disegno unico di sviluppo, di società.

Confindustria era con noi in piazza a Bari il 18 febbraio scorso. Le loro preoccupazioni sono le stesse nostre: si esce dalla crisi che stiamo attraversando, si affrontano le sfide globali, solo se cresce il sistema Paese, tutto. Forse questo spingere sull’autonomia da parte di alcune regioni, penso alla Lombardia, è anche per mascherare evidenti difficoltà interne. Perché povertà ed esclusione sociale non è solo al Sud, ma colpisce anche le aree del Nord. Non ce la fanno da sole quelle regioni a stare nello scenario europeo e mondiale, a competere con Germania o Stati Uniti. La Lombardia, lo affermano studi, sta messa marginalmente meglio dell’Italia, ma è strutturalmente più debole rispetto ai principali paesi europei.

Al Sud come al Nord occorre rilanciare gli investimenti, privati e pubblici. Spingere su ricerca e innovazione per qualificare produzioni e lavoro, far crescere la ricchezza collettiva e ridistribuire attraverso anche la leva fiscale, e allo stesso tempo ricostruire un welfare universale. Che la Calabria, o qualunque altra regione del Sud, possa fare tutto questo da sola, la vedo difficile. Significherà un peggioramento della sanità, dei servizi sociali, delle risorse per politiche attive del lavoro o per la manutenzione dei territori, per l’istruzione.

Ai cittadini va spiegato questo, che le ricadute saranno sulla qualità del loro vivere quotidiano. Per questo la mobilitazione in Puglia e in tutto il Paese prosegue, per quel che ci riguarda con assemblee e iniziative in tutta la regione. Per far crescere attenzione e conoscenza sul tema, anche in vista di una inevitabile manifestazione nazionale. Quel progetto è dannoso per il Paese e con il sostegno del mondo del lavoro e di tutti i cittadini riusciremo a bloccarlo.

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