Domani 12 dicembre a Bari, alle ore 16, nella sede dell’Acquedotto Pugliese, con l’ospitalità della direttrice generale Francesca Portincasa e con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Bari, Stati Generali delle Donne organizza un convegno dal titolo «Per un “bilancio” di genere», un primo evento in cui interessanti relazioni e interventi sollecitano la riflessione sulla parità di genere, sul suo punto di arrivo e sulle sue prospettive. Ospitiamo un intervento di Mirella Giannini, presidente degli Stati Generali delle Donne, che aprirà il convegno insieme all’avv. Anna Rossiello, socia degli Stati Generali delle Donne.
La strada percorsa per raggiungere l’equilibrio di genere nella cultura sociale e nelle pratiche istituzionali è stata tortuosa, non lineare, ancora affollata di ostacoli, ma certamente piena di risultati concreti. Nella memoria collettiva di un’intera generazione di donne è ancora ben presente la contestazione degli anni Settanta, che intendeva cambiare molti elementi culturali e normativi dell’ordine sociale dell’epoca. Della critica alla divisione sessuale nella società furono portatori i femminismi, quello che rivendicava l’uguaglianza tra donne e uomini, e quello che, partendo dalla differenza di genere rivendicava il riconoscimento della specificità femminile come base per diritti e paradigmi valutativi già attribuiti al maschile.
In seguito, tale dicotomia è apparsa stemperata, perché l’ottica individualista e libertaria e quella che si concentra sugli spazi sociali e istituzionali per valorizzare le capacità femminili hanno entrambe disegnato la prospettiva culturale di riconoscimenti e diritti verso cui tracciare il percorso sociale e istituzionale delle donne. In realtà, e in maniera diffusa, il senso di rottura delle convenzioni, la ricerca di identità di status sociale diversa da quella domestica, la socializzazione nei luoghi dei cicli educativi, tutto ha connotato un movimento femminile forte, anche se talvolta silenzioso, che ha orientato norme e pratiche verso l’equilibrio di genere nel campo delle relazioni nella famiglia e nel mercato del lavoro.
Finalmente, sembra ormai remoto quel tempo in cui le donne, segregate e discriminate, riuscivano tutt’al più ad occupare quegli interstizi della società dove il dominio maschile si andava indebolendo, mentre oggi appare evidente come il loro ingresso sia legittimato in tutti i ruoli sociali e istituzionali, anche quelli qualificati, di supervisione, di comando, di governo, di potere. Insomma, la cultura maschile che nella tradizione ha permeato tutta l’organizzazione economica e politica della società, ha incontrato argini, e li sta sempre più incontrando, in tutti i settori e in tutte le gerarchie.
E tuttavia, nonostante questo panorama evolutivo, le discriminazioni di genere esistono, declinandosi con le crescenti disuguaglianze, e anzi, spesso, trasversalmente rispetto alla stratificazione sociale, economica e culturale. Ancora, esiste il pericolo delle reazioni maschili all’emancipazione e all’autonomia delle donne, perché alcuni uomini le esprimono in maniera davvero violenta, con subdole emarginazioni e perfino con femminicidi. Gli uomini che uccidono le donne non accettano quello che loro considerano insubordinazione al loro dominio sociale e culturale, e lo fanno più spesso nell’ambito familiare, dove pure la normativa e la produzione giuridica sembra aver fissato dei punti fermi.
In effetti, con le politiche di genere sono stati individuati strumenti sanzionatori dei comportamenti discriminanti e organismi di vigilanza sulla parità specie nel campo del lavoro, ma oggi è tempo di bilancio sulle questioni di genere. È arrivato il momento opportuno per riflettere sul tratto di strada che ci lasciamo alle spalle e su quello che possiamo scorgere all’orizzonte, per imparare dal passato e vivere le prospettive, cercando di comprendere le innovazioni sociali e culturali, soprattutto camminando con le giovani generazioni che presentano nuovi codici nella relazione e nella comunicazione tra i generi. Un bilancio, quindi, che è promosso da Stati Generali delle Donne, associazione che sostiene il dialogo e la reciproca conoscenza di donne, e anche di uomini illuminati, che intende sensibilizzare alla cultura delle pari opportunità attraverso incontri e seminari e che ambisce a diventare centro di monitoraggio dell’evoluzione della parità nelle istituzioni sociali, economiche e politiche.