Nel linguaggio economico-aziendale sono ricorrenti molteplici tipiche locuzioni concernenti le «variabili», ossia tutti quei fenomeni che - direttamente o indirettamente, positivamente o negativamente - influenzano le condizioni di vita delle aziende. Tali variabili possono circoscriversi ad un ambito interno (cd. «variabili endogene»”) ovvero possono essere determinate da fattori esterni (cd. «variabili esogene»).
Ebbene, le variabili endogene sono spesso determinate dalle modalità di gestione e controllo adottate dagli organi di governo delle aziende e risentono sensibilmente delle capacità personali e dalle competenze dei manager; le variabili esogene, invece, derivano dall’andamento macroeconomico del mercato e risentono di fattori socio-economici e politici. Insomma, l’attività economica aziendale è la risultante non soltanto della combinazione di variabili interne (rivolte, nella specificità della singola azienda, al miglior equilibrio economico e finanziario grazie all’esperienza, capacità e preparazione dei gestori), ma anche esterne (tanto volatili, quanto più è instabile il mercato e, prima ancora, la struttura organizzativa pubblica).
Le variabili esogene, nella dinamica aziendale, sono quelle più difficili da controllare; la loro imprevedibilità, ove esse siano particolarmente intense, può incidere negativamente ed in misura estesa sull’andamento aziendale. Esempi recenti sono platealmente rappresentati dalla nota pandemia da Covid-19 e la guerra tra Russia ed Ucraina. Si tratta di macro-eventi, di impatto notevole e negativo, che hanno prodotto evidenti conseguenti effetti sulla realtà socio-economica; ed infatti, questi due avvenimenti – improvvisi, imprevedibili e di portata davvero disastrosa - hanno messo numerose aziende letteralmente in ginocchio, specie quelle con meno risorse (umane ed economiche).
Come è noto, si è cercato di arginare tali avvenimenti attraverso un profluvio – spesso meritorio – di agevolazioni e nuove norme e regole (in un certo senso eccezionali); tuttavia, prima ancora che a mezzo regole (che, specie nel nostro ordinamento, rappresentano una reazione normativa), il primo argine a crisi così enormi è rappresentato dalla stabilità politica. Insomma, le variabili esogene in un certo senso provengono anch’esse dalla «persona», sicché devono inevitabilmente affrontarsi con l’unità politica e sociale «delle persone».
La persona sta prima e alla base della norma. Ciò che scrive su queste colonne (La Gazzetta del Mezzogiorno del 10 agosto u.s.) il Presidente della BCC di San Marzano Emanuele Di Palma va proprio in questa direzione, fermando l’attenzione sulle «persone», sulle imprese, sulle banche, sulle istituzioni e sulle parti sociali. Purtroppo, sembra che nel nostro Paese si stia andando in una direzione differente.