BARI - Prima o poi qualcuno parlerà. E verrà a raccontarci cosa bolle in pentola. Il ritorno in «campo» di Polito basta, sì, ma non può essere sufficiente. Una città intera attende parole che rappresentino una polizza per il futuro. La gente vuol sentirsi dire che il Bari metterà in campo le forze necessarie per una stagione ambiziosa. Scelta necessaria all’indomani di un campionato per lunghi tratti entusiasmante che nemmeno l’atroce beffa finale può avere il potere di cancellare. È Polito l’uomo più atteso. Più di De Laurentiis. Da lui ci si aspetta la solita chiarezza espositiva e di contenuti. Lui, una sorta di garante dell’ambizione oltre che uomo di conclamata abilità professionale.
Questo lunghissimo silenzio pubblico, inutile girarci attorno, ha creato non poca fibrillazione negli ambienti del tifo biancorosso. Chiaro com’è il suo dissenso sulle strategie societarie. Resta dea capire quanto resti da limare nella trattativa privata (Polito vorrebbe gli fosse ricosciuto sul piano economico e contrattuale l’ottimo lavoro svolto in queste due annate alla corte del De Laurentiis) e quanto, invece, il suo mal di pancia abbia a che fare con il budget con il quale si intende andare a caccia della serie A. Perché è vero che competenze e idee spesso fanno la differenza ma senza investimenti all’altezza degli obiettivi si rischia di alzare eccessivamente, e pericolosamente, l’asticella del rischio. Il rischio di una stagione complicata e di veder sfumare quell’incredibile patrimonio chiamato entusiasmo. Ambire a migliorare, insomma, non deve essere un semplice esercizio dialettico. Ma un obiettivo che va strutturato attraverso strategie credibili. Non è detto che investendo poco non si possano ingaggiare calciatori di qualità, ma spesso quelli in grado di fare la differenza hanno un costo. Nei ruoli chiave, per esempio, sarà vietato sbagliare. Un esempio? L’attaccante di razza da consegnare a Mignani, senza se e senza ma.
OBIETTIVO ATTACCO - Polito, evidentemente, non sta con le mani in mano. Da qualche giorno sta intensificando la sua azione per rimpolpare la rosa a pochissimi giorni dal ritiro a Roccaraso Fari puntati sui giovani. Il diesse biancorosso va a caccia dei nuovi Benedetti, Caprile, Morachioli, Cheddira. Nasti, scuola Milan (l’anno scorso a Cosenza, 5 reti all’attivo), può rappresentare un profilo ideale. Ma c’è anche Ambrosino per l’attacco, ha fatto benissimo nella Primavera del Napoli e punta a fare il salto di qualità in un campionato importante e complicato come quello di serie B dopo un’esperienza non facile tra Como e Cittadella. E poi Moro, esploso a Catania e l’anno scorso non benissimo a Frosinone (6 reti). Il suo cartellino è di proprietà del Sassuolo, in questo momento in pole position sembra esserci lo Spezia. Ovvio che, poi, un passaggio chiave sia rappresentato dalla posizione di Cheddira. Sarà ceduto? Pare che al momento non siano arrivate offerte concrete. Di certo, la storia della famiglia De Laurentiis racconta come non esistano calciatori incedibili, anzi. Nelle ultime ore è spuntata l’ipotesi Diaw, l’anno scorso 10 gol a Modena (a gennaio cpmpirà 32 anni) e di proprietà del Monza. Prima punta dotata di grande fisicità.
LE ALTRE TRATTATIVE - Per quel che concerne la difesa resta da capire se Di Chiara (reduce da una buona stagione a Reggio Calabria) possa davvero diventare un obiettivo concreto per la fascia sinistra. A destra conferma in vista per il tandem Pucino-Dorval. A centrocampo resiste la tentazione Valoti (Monza) che, nelle idee di Polito, potrebbe essere utilizzato da trequartista. Con Faggi è tutto fatto, ma si tratta di una potenziale alternativa. Il Bari cerca una mezz’ala di spessore per rimpiazzare la partenza di Benedetti. Bianco, infine, potrebbe essere il vice Maiello.