SAN MICHELE SALENTINO - L’incubo vissuto a bordo di quell’autobus della Flixbus coinvolto in un incidente stradale sulla corsia nord dell’autostrada A16, nel territorio del comune di Vallesaccarda, nel tratto irpino compreso tra i caselli di Vallata e Grottaminarda alle prime luci di domenica, è ancora nei loro occhi. Ed è per questo che, il giorno dopo, chiedono di essere lasciati tranquilli, di spegnere i riflettori della cronaca: è il caso della famigliola di San Michele Salentino, della giovane Siria, di sua madre e suo fratello, che erano su quell’autobus per raggiungere la capitale, per motivi di salute. Dopo averli vissuti, è più che comprensibile che non vogliano ricordarli, nemmeno per raccontarli, quegli interminabili minuti di terrore.
Per fortuna, hanno riportato lievi traumi per i quali sono stati costretti a fare ricorso alle cure dei sanitari dell’ospedale di Benevento che gli hanno assegnato qualche giorno di prognosi. Ma per tutti, anche per il padre (che, per impegni che lo trattenevano a San Michele nel fine settimana, non era partito con quell’autobus e li avrebbe raggiunti ieri a Roma) i programmi iniziali di quel viaggio sono saltati. O, meglio, rinviati, a causa di quell’incidente che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi.
Le parole pronunciate da Siria, che ha dichiarato di aver sentito «l’autista lanciare un grido, poi la sbandata verso il guard rail di sinistra nel tentativo di evitare l’impatto e il testa coda che ha portato il bus nella scarpata, dove è rimasto sospeso a mezz’aria», sono state le prime testimonianze a essere raccolte dalle agenzie di stampa, immediatamente dopo l’arrivo dei primi soccorritori.
Ieri mattina sono stati raggiunti telefonicamente dal sindaco di San Michele Salentino, Giovanni Allegrini, che ha voluto personalmente sincerarsi delle condizioni di salute dei suoi concittadini e portare loro il saluto e l’affetto di tutta la città.
La notizia, domenica mattina, si era diffusa rapidamente nel centro brindisino, preoccupando – e non poco - parenti e amici. Per fortuna, si è subito compreso che i 38 occupanti l’autobus, pur avendo riportato ferite e traumi, potevano definirsi dei veri e propri miracolati. Il pensiero di tanti, però, non poteva non andare, immediatamente, al grave incidente avvenuto su quella stessa autostrada dieci anni fa: era il 28 luglio 2013 quando, ad una sessantina di chilometri dal luogo dell’incidente di domenica scorsa, a causa di un guasto all’impianto frenante e alla mancata resistenza del guardrail autostradale sul quale l’autista aveva tentato di farlo strisciare per rallentarne la corsa, un autobus gran turismo precipitò dal viadotto Acqualonga: quel terribile sinistro – come si ricorderà - provocò 40 vittime.