«Guardo quei bambini e penso ai miei pronipoti, perché sono bisnonno ormai. La loro storia ha permesso alla mente di rispolverare episodi della mia infanzia trascorsa in campagna, con i cavalli di papà. So che vuol dire crescere in un contesto contadino e pensare a una famiglia privata dei figli è desolante. Se vogliono possono venire qua, siamo pronti ad accoglierli». La voce di Angelo Maci, 82enne fondatore della cooperativa Due Palme di Cellino San Marco (Brindisi), è un suono dolce pizzicato dall’accento salentino. E quando parla dell’ormai famosa famiglia del bosco, si incrina.
«La semplicità dei genitori, la scelta umile di vita che hanno sposato mi hanno fatto tornare indietro nel tempo», dice. "Siamo pronti a ospitarli gratuitamente nell’antica casa del custode che si trova nel nostro wine resort villa Neviera - annuncia Maci - lì i bambini non solo vivono immersi nella bellezza di un vigneto e di un bosco, ma anche a contatto con altri loro coetanei perché ci sono i figli dei soci della cooperativa che passano il tempo libero nella natura».
I soci della coop di viticoltori, nata 36 anni fa, sono mille e il consiglio di amministrazione non ci ha pensato su due volte a spalancare le porte della villa alla 'famiglia nel bosco'. Si tratta di una abitazione con cucina, bagno, camera da letto e un soppalco, non lontana dal bosco e da un parco giochi «e soprattutto da Cellino dove i piccoli potrebbero frequentare le scuole», continua Maci evidenziando che «ci ha colpito l’umiltà della famiglia, l’essere contadini, la voglia di vivere nella natura come vivono i nostri soci e i nostri contadini: sono simili a noi».
La villa si trova accanto a un resort composto da nove camere. «Arrivano famiglie con bambini piccoli ogni giorno che potrebbero giocare e socializzare con i tre fratellini che - prosegue Maci - stando da noi possono godere dell’aria pulita, del bosco, della compagnia di altri bambini e della scuola». Ma per quanto tempo potrebbero stare? «Quanto vogliono, anche per sempre: non è un problema. Non si impoverisce la cantina per una piccola entità data in beneficenza», replica Maci.
















