ANDRIA - L’indice di criminalità recentemente pubblicato dal «Sole 24 ore», posiziona ancora la provincia Bat come prima in Italia per i furti di auto. «Quello è un dato relativo all’anno 2023 – spiega il questore della Bat, Alfredo Fabbrocini -. Per quanto riguarda il 2024, a seguito delle operazioni di polizia e dell’attività di prevenzione che è stata fatta, ci risulta una diminuzione tra il 30 e il 40 per cento del fenomeno».
Il problema dei furti d’auto rappresenta una vera e propria «etichetta» che il territorio si porta dietro da anni. Un elemento che dequalifica la zona, condizionando e influenzando negativamente vari settori, non ultimo quello turistico. Questa tipologia di reati, oltre a creare notevoli disagi per chi risiede nella sesta provincia pugliese, provoca di fatto aumenti nelle assicurazioni sui veicoli, così come allontana sempre di più i malcapitati visitatori, ai quali viene sottratta l’auto mentre sono in visita ai tanti monumenti del territorio.
«Gli ultimi numeri sono assolutamente positivi – prosegue il questore -. Ma siamo consapevoli che tutto questo non basta, perché dobbiamo aumentare il controllo e le strategie investigative. Siamo di fronte, però, a dati parziali perché questo tipo di reati è facile che ritornino sullo stesso trend precedente, che non ci soddisfa. Per il 2024, siamo più fiduciosi, ed infatti abbiamo registrato un calo che ritengo essere molto importante e significativo. In questi ultimi giorni stiamo assistendo ad una ripresa dei furti e per questo motivo abbiamo intensificato i controlli».
Il recente arrivo di 60 nuovi poliziotti in Questura, ha portato ad una maggiore presenza sul territorio delle forze dell’ordine. «Non nascondo che con grande soddisfazione negli ultimi giorni avevamo personale quattro volte maggiore rispetto a quello impiegato per strada sei mesi fa – conclude Fabbrocini -. I rinforzi arrivati negli ultimi mesi, sono stati quasi tutti dedicati o all’attività investigativa o a quella preventiva. Quasi nessuno ha avuto incarichi burocratici, proprio perché volevamo essere più presenti sul territorio, e come noi anche le altre forze dell’ordine».