A Trani si pedala in salita. Chiusa dopo essere stata appena dissequestrata: è il paradosso di una delle due piste ciclabili di via Martiri di Palermo, la strada alberata del quartiere periferico di Capirro, caratterizzata da una fitta presenza di pini ai margini della carreggiata.
La Polizia locale ha disposto il divieto di transito con qualsiasi veicolo all’interno delle due corsie destinate alle biciclette, poiché da un sopralluogo effettuato dall’Ufficio tecnico sono emerse gravi criticità strutturali che rendono pericoloso il loro utilizzo.
Il manto stradale, infatti, risulta totalmente deformato a causa delle radici dei pini che lo hanno sollevato in numerosi tratti, oltre che per effetto di scavi realizzati da imprese erogatrici di servizi pubblici, ripristinati correttamente sulla parte carrabile ma quasi dimenticati in quella riservata alle biciclette.
In altre parole, un vero e proprio campo minato, dove già da tempo era impossibile muoversi in sicurezza e che da oggi è ufficialmente riconosciuto come non praticabile.
La pista ciclabile di via Martiri di Palermo versa in queste condizioni da tempo. Perché allora solo ora è arrivata la chiusura ufficiale? La risposta è nel recente dissequestro di uno dei due percorsi da parte della Procura della Repubblica di Trani, avvenuto il 13 ottobre scorso, a seguito della conclusione di un procedimento penale a carico di un ex dipendente dell’Ufficio tecnico comunale, terminato con la sua piena assoluzione.
Fu proprio quel funzionario il responsabile del procedimento che portò alla realizzazione delle due piste ciclabili, ma una di esse presentava sin dall’inizio una serie di problemi ostativi, motivo per cui gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza apposero i sigilli.
Nei primi tempi la pista appariva effettivamente inaccessibile, proprio come lo sarà nei prossimi giorni, quando saranno installati guardrail in plastica riempiti d’acqua per aumentarne la stabilità. Tuttavia, poco dopo, le attrezzature di chiusura scomparvero e la pista rimase sequestrata solo formalmente: i sigilli, pur ancora in vigore, non impedirono di fatto l’accesso.
Solo oggi, dopo la fine del processo e il passaggio in giudicato della sentenza, la pista è stata ufficialmente dissequestrata e restituita al Comune. A questo punto, il comandante Cuocci Martorano non ha potuto fare altro che trasformare una misura cautelare dell’autorità giudiziaria in un’ordinanza amministrativa, chiudendo di fatto un lungo tratto di strada di diversi chilometri alla circolazione delle biciclette, già da tempo impossibilitata nei fatti.
Resta ora da capire cosa accadrà. La decisione è rimessa alle valutazioni della futura amministrazione comunale. La crescita sempre più invasiva delle radici dei pini, infatti, sta diventando un problema anche per il traffico veicolare.
La pista di via Martiri di Palermo rappresenta infatti un tratto centrale di un più ampio anello ciclabile che parte da via Sant’Annibale Maria di Francia (subito dopo la caserma militare) e prosegue lungo via Primo Capirro, dove corre un’altra pista ciclabile su entrambi i lati della carreggiata, anch’essa non del tutto sicura.
A breve distanza dalla pista appena chiusa si trova inoltre il nuovo percorso ciclabile che da viale De Gemmis conduce fino al Ponte Lama e, da piazza Marinai d’Italia, raggiunge il lungomare. Diversa, invece, la situazione nel quartiere Sant’Angelo, dove una nuova pista ciclabile è stata bloccata agli albori dei lavori perché ritenuta troppo impattante sulla viabilità locale.