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Impianti eolici marini: tante richieste nella Bat

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

Impianti eolici marini: tante richieste nella Bat

A Trani l’ottava richiesta in poco più di un anno e mezzo

Mercoledì 16 Agosto 2023, 15:48

TRANI - Le richieste di autorizzazione all’installazione di impianti eolici marini offshore in specchi d’acqua che comprendono una o più città costiere della Bat si susseguono con ritmi sostenuti: siamo arrivati a contarne otto in poco più di un anno e mezzo, poiché la prima istanza era pervenuta all’inizio del 2022.

L’ultima in ordine cronologico, peraltro, è la rivisitazione di una già agli atti. Infatti è quella presentata dalla società Acciona energia global Italia, con sede legale a Roma, che è tornata chiedere al Ministero delle infrastrutture e trasporti, nonché alla Capitaneria di porto del Compartimento marittimo di Barletta, di realizzare un impianto offshore di produzione di energia mediante lo sfruttamento del vento nel mare Adriatico meridionale, ai sensi di legge.

La zona è quella più specificatamente denominata «Puglia A», situata oltre le 12 miglia nautiche dalla costa in un tratto compreso tra le acque territoriali di Vieste e Molfetta. L’impianto viene definito come «galleggiante», destinato a connettersi alla rete elettrica nazionale. La richiesta porta la data del 26 maggio 2023 ed è pervenuta alla Capitaneria di porto di Barletta il 27 luglio 2023.

Peraltro, come già accennato, si tratta in realtà di una domanda di modifica e riduzione dell’area rispetto a quella inizialmente proposta dalla stessa Acciona. Infatti, nel primo progetto la società capitolina aveva previsto un’estensione dell’impianto di 658 milioni di metri quadrati, mentre adesso lo specchio acqueo complessivo si riduce a 545 milioni. I comuni interessati sono Vieste, Manfredonia, Margherita di Savoia, Barletta, Trani, Bisceglie e Molfetta, mentre scompare Giovinazzo. La potenza complessiva prevista è di 1500 megawatt, rispetto agli 840 della prima stesura, ma la vera novità arriva con l’indicazione delle componenti terrestri dell’impianto.

Infatti, il trasporto dell’energia avverrà tramite due coppie di cavidotti subacquei, di 87 chilometri, fino al molo di Tramontana del porto di Barletta. Successivamente viaggerà fino alla sottostazione elettrica di Andria, per una lunghezza di 25 chilometri, passando dunque interamente attraverso territori della provincia Bat. La cabina di trasformazione sarà ovviamente ubicata ad Andria, nei pressi della stazione di trasformazione esistente di proprietà della società Terna, in contrada Coppa tre miglia.

Degli otto progetti finora presentati, questo è il secondo che indica specificatamente, quali punti di approdo, il porto di Barletta e la rete di trasmissione nazionale di Andria: è il segno del fatto che le richieste non solo si moltiplicano, ma cominciano ad interessare la Bat non soltanto dal mero punto di vista del posizionamento dei corpi galleggianti a 12 miglia dalla costa, ma anche e soprattutto con riferimento alle opere di trasformazione dell’energia da questi trasmessa a terra.

Nel frattempo va anche richiamata la circostanza del fatto che uno dei progetti finora presentati è stato già oggetto di ispezioni preliminari eseguite con l’impiego di mezzi navali e personale della società Iron solar, partecipata dal gruppo Hope, di Bari, che a sua volta ha proposto due dei progetti finora presentati: uno da Vieste a Bari, con 80 aerogeneratori; un altro, sempre con 80 pale eoliche marine, da Barletta a Bari.

Le attività sono consentite nel prelievo di campioni di sedimento, per la loro conservazione e successiva analisi, in 18 stazioni individuate lungo lo specchio d’acqua del progetto presentato da quella società. Le attività di indagine, autorizzate ad inizio dello scorso aprile sono durate complessivamente 60 giorni.

Alla Hope appartiene anche un nono progetto, fra Vieste e Manfredonia, l’unico a non riguardare la Bat.

Riavvolgendo il nastro, l’altra società che ha proposto un progetto con stazioni a terra nella Bat è la Inergia Spa, di Roma: 33 aerogeneratori eolici di tipo galleggiante (di potenza nominale di 15 Megawatt), per una potenza complessiva di 495 Megawatt, da realizzarsi oltre le 12 miglia nautiche dalla costa. Lo specchio acqueo interessato dal progetto, oltre il limite delle acque territoriali, ha un’estensione di 93 milioni di metri quadrati, quello entro il limite delle acque territoriali di 80.000, la zona demaniale marittima a terra non si estenderà oltre i 34 metri quadrati. Sulla costa, al punto di sbarco dei cavi marini situato a sud del porto di Barletta, sarà realizzato in appositi pozzetti in cemento armato il collegamento elettrico dei cavi marini con quelli terrestri, destinati a giungere sempre nei pressi della centrale Terna di Andria.

Vi è stato anche il primo conferimento dell’intero ramo di azienda da una società ad un’altra: è il caso della Recupero ecologico inerti, che ha ceduto l’intero pacchetto progettuale alla Adriatic wind 2 che localizza le sue pale eoliche in mare lungo i comuni di Bari, Giovinazzo, Molfetta, Bisceglie e Trani. L’altra società di Cavallino in campo, la Geoambient.

La Regolo rinnovabili, di Milano, ha presentato un impianto galleggiante nello specchio di mare compreso fra i comuni di Giovinazzo e Barletta, per 504 Megawatt.

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