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Barletta, acido su auto e lucchetti dei garage condominiali: a processo

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Giustizia truccata in tribunale Trani, è un rebus il processo-bis di Potenza

Il 75enne risponde di stalking e danneggiamento. Lo hanno incastrato le telecamere installate nella zona

Martedì 01 Agosto 2023, 14:20

BARLETTA - Inizierà il 20 novembre prossimo davanti al Tribunale di Trani il processo a carico di C.P., 75enne di Barletta accusato di stalking e danneggiamento per aver gettato una sostanza acida sulle autovetture di alcuni condomini.

Nei giorni scorsi il gup Anna Lidia Corvino ne ha disposto il rinvio a giudizio, così come chiesto dal pubblico ministero Lucio Vaira.

L’inchiesta è stata avviata in seguito alla denuncia presentata presso gli uffici del commissariato di Barletta dalle presunte vittime, costituite parte civile con l’avvocato Luigi Peschechera.

La vicenda, che sarà meglio chiarita nel corso del dibattimento, è piuttosto singolare. I condomini, nella denuncia presentata nell’ottobre scorso, hanno raccontato che da circa un anno si registravano costanti e sistematici danneggiamenti. Nello specifico, si parla della presenza di sostanze acide nei lucchetti delle serrature dei box auto, impedendo di fatto ai legittimi proprietari di poter accedere al garage se non dopo l’intervento di un fabbro.

Nel corso del tempo, poi, gli episodi anziché diminuire sarebbero diventati più frequenti: E ad essere danneggiati non erano solo i lucchetti, ma anche le parti in ferro di un portone d’accesso e persino la griglia di areazione sovrastante. Uno dei condomini era talmente spaventato da questi misteriosi episodi al punto da farsi sempre accompagnare da qualcuno quando doveva parcheggiare la macchina.

Alla fine è stato deciso di installare una telecamera di videosorveglianza nei pressi del portone, la cui presenza era indicata da appositi cartelli. Con sommo sconcerto, i condomini hanno così scoperto che l’autore dei danneggiamenti era C.P., colto sul fatto in due occasioni dall’occhio elettronico. Nessuno sarebbe riuscito a dare una spiegazione anche perché, in base a quanto emerso, il 75enne non avrebbe avuto alcun motivo di rancore con nessuno degli inquilini del palazzo che potesse giustificare simili comportamenti.

L’anziano è difeso dagli avvocati Raffaele Dibello e Michele Pinto.

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