CANOSA DI PUGLIA - E’ di cinque anni di reclusione la condanna che il giudice del Tribunale di Pisa, Maria Grazia Grieco, ha inflitto a Francesco Scardi, 70 enne di Canosa, accusato di tentata estorsione e ricettazione in relazione al furto di due cavalli da corsa, avvenuto nel marzo 2017 dalla prestigiosa scuderia Wave di Staffoli, nel pisano.
La vicenda – nell’ambito della quale l’imputato si è sempre dichiarato completamente innocente – prende spunto dall’improvvisa sparizione di due equini, ma non si trattava di due cavalli qualsiasi: si chiamavo Unikha e Vampire Danny, quest’ultimo nipote per parte di madre del mitico Varenne, universalmente riconosciuto come il più grande trottatore di tutti i tempi, avendo collezionato vittorie in ogni parte del mondo. Basti pensare che il valore dei due puledri, mai ritrovati, è stato stimato complessivamente in circa un milione e mezzo di euro.
Oltre a Scardi, è stato condannato a due anni anche Pasquale Esposito, 71 anni, di Napoli, il quale risponde solo del reato di tentata estorsione. Gli unici indizi a carico di Scardi sono proprio una serie di intercettazioni che erano state avviate sull’utenza telefonica del 71enne campano.
«La sentenza va rispettata in quanto tale – commenta il difensore di Scardi, l’avvocato Giovanni Battista Pavese – tuttavia ritengo che il convincimento del Tribunale di Pisa si sia fondato su elementi privi del requisito della certezza, attendiamo il deposito delle motivazioni, ovviamente la sentenza sarà impugnata innanzi alla Corte d’Appello di Firenze. Lo Scardi si è proclamato fin da subito innocente e totalmente estraneo ai fatti di causa. Presenteremo quanto prima il ricorso per far sì che venga ribaltato l’esito del giudizio. Il mio cliente non ha mai commesso i fatti per i quali è accusato».
I due puledri, come detto, scompaiono una notte del marzo 2017. Appartengono ai coniugi Giovanna e Gianluca Lami, titolari della scuderia Wave di Staffoli, in provincia di Pisa, uno dei più attrezzati centri di allenamento.
Alla luce del valore dei due cavalli, la notizia ha un enorme eco mediatico. Ecco che poi arriva la richiesta estorsiva: in base al teorema accusatorio Esposito avrebbe avuto il ruolo di «portavoce e mediatore delegato ad effettuare la richiesta e ricevere il denaro», secondo quanto riportato nel capo di imputazione. In un primo momento sarebbe stata fatta una richiesta estorsiva di 500mila euro, ma Lami si rifiuta e consegna solo 50mila euro, respingendo anche la successiva richiesta di 250mila euro per la liberazione dei due cavalli, tant’è che i 50mila euro gli vengono restituiti.
I carabinieri di Santa Croce sull’Arno, coordinati dal sostituto procuratore di Pisa Paola Rizzo, ritengono che i due cavalli dopo il furto siano poi stati trasferiti al Sud, nelle zone al confine tra la Puglia e la Basilicata oppure in Campania, dove sono state indirizzate le indagini.
I due imputati vengono poi sottoposti ad una misura di custodia cautelare: ora sono entrambi a piede libero.
Esposito e Scardi hanno sempre negato ogni coinvolgimento nella vicenda. E le indagini fino ad ora collegamenti fra i due con mandanti e autori materiali del raid nella scuderia di Staffoli. Al momento, infatti, non si conoscono ancora i nomi di chi abbia commesso materialmente il furto. Della vicenda, quindi, se ne riparlerà davanti alla Corte d’Appello di Firenze.