La tarantina Claudia Fuggetti è una delle fotografe più originali del vecchio continente. A 32 anni è l’unica italiana selezionata al SEEEU Tokyo (primo festival dell’immagine europea in Giappone) da domani al 23 novembre. Il suo nome circola da tempo tra festival e istituzioni che osservano l’evoluzione della fotografia ibrida. Tale linguaggio, nel caso dell’artista pugliese, mescola sogno e codice, pittura digitale e intelligenza artificiale. Formatasi all’Accademia di Brera, Fuggetti ha costruito un percorso in cui la tecnica si intreccia col pensiero critico. «La tecnologia è parte del mio processo creativo - spiega la fotografa -. Mi affascina servirmi di strumenti diversi, perché ognuno influenza la produzione di un’immagine». Non a caso, nei suoi progetti più noti, come Hot Zone e Metamorphosis, Fuggetti convive con pittura digitale, video e reti neurali. Le sue opere, riconoscibili per forza cromatica e tensione visiva, indagano la soglia fra realtà e simulazione, invitando lo spettatore a interrogarsi su cosa significhi «vedere» in un’epoca di figure sintetiche.
Hot Zone (2019-2021) segna il punto di svolta nella carriera di Fuggetti. Nato in un periodo di insonnia e inquietudine, il progetto trasforma visioni lucide in paesaggi alterati. Esposto ad Arles, Copenhagen e Fotografia Europea, ha visto l’autrice tradurre lo stato d’animo contemporaneo in estetica visiva. Con Metamorphosis, serie esposta nel 2025 ai Festival di Lodz e Kaunas, la fotografa torna a Sud. Le immagini, ispirate agli incendi che hanno colpito la Puglia, diventano allegorie di rinascita: «Rieducare lo sguardo a percepire la natura come vivente è il fulcro del mio lavoro» afferma Fuggetti, citando il pensatore ecologista Abram. Taranto resta un nodo centrale: «Nel borgo antico ho iniziato a fotografare a 15 anni. È un luogo segnato da contrasti, dove la bellezza del mare convive con la distruzione industriale. Questa tensione sociale è diventata una chiave di lettura del mio mestiere». Un equilibrio fragile che si ritrova anche negli ultimi progetti espositivi - Event Horizon a Milano, In Flames ad Altamura, Flussi di incoscienza a Modena - dove il confine tra umano e macchina si fa sempre più poroso.
Premiata con il LensCulture Critics’ Choice Award 2024 e protagonista di residenze con Futures × MPB, Fuggetti oggi porta avanti Acid Flare, libro fotografico sviluppato con la masterclass FOLIO. «Segna un passo speciale nel mio percorso - racconta -, perché indaga la mutazione delle immagini stampate nell’era post-digitale». Tra Tokyo e Parigi, dove a metà novembre parteciperà con 20 «emergenti» del mondo al Paris Photo con Camara Oscura Galería de Arte, Fuggetti conferma una visione lucida dell’oggi: l’arte è mappa delle paure collettive, ma anche esercizio di fiducia nello sguardo.