Trani - «Voterò e farò votare Partito democratico, in favore di chi si vedrà». Così Fabrizio Ferrante dribbla la domanda sulle conseguenze del suo disimpegno dalla candidatura al consiglio regionale. Il presidente del consiglio comunale, che è anche componente del direttivo nazionale del Pd, aveva già fatto affiggere in città e nel territorio i 6x3 che ne annunciavano la corsa per l’assemblea pugliese. Qualcosa, però, negli ultimi giorni è cambiato: forse la candidatura di Debora Ciliento nella stessa lista, a Trani, e dell’uscente Sabino Zinni (eletto nel 2015 per Emiliano sindaco di Puglia) nella stessa lista, ad Andria, possono avere indotto Ferrante a compiere delle valutazioni e ripiegare sulla sola corsa per il consiglio comunale nell’attesa di una probabile, ma ancora lontana, candidatura alle politiche del 2023.
«Fare politica significa rendere un servizio alla propria comunità - spiega Ferrante -. Non bisogna mai risparmiarsi, ma al tempo stesso occorre dedicare le giuste energie senza strafare. Mi era stata data la possibilità di candidarmi per regionali e ecomunali, ma due competizioni sulla preferenza personale in un solo giorno sono impegnative e si corre il rischio di non dare quello che si potrebbe. Per questo ho deciso di scegliere, in piena libertà, la strada che più mi appassiona, quella della mia città».
Una scelta che offre una doppia chiave di lettura. La prima è che il prossimo presidente del consiglio comunale, nella coalizione di Amedeo Bottaro, qualora rieletto, sarà il più suffragato: non ci saranno ragionamenti politici e la carica andrà a chi prenderà più voti. La concorrenza è veramente spietata e Ferrante dovrà affilare le armi per confermarsi capo dell’assemblea, carica per la quale potrebbero servire fra le 700 e le 900 preferenze.
La seconda è nella corsa stessa alle regionali. Ferrante, che avrebbe corso con i due consiglieri comunali uscenti barlettani, Filippo Caracciolo e Ruggiero Mennea, e adesso anche con l’andriese Zinni. E Debora Ciliento è un candidato tranese che in ogni caso avrebbe sottratto voti a Ferrante, così come Ferrante li avrebbe sottratti a lei. Da qui la scelta di valutare altre soluzioni, che sono la corsa per il consiglio comunale e quella, a dire il vero lontana, per la Camera fra tre anni.
«Ringrazio il segretario regionale del Pd, Marco Lacarra, per la disponibilità manifestatami - riprende Ferrante -. Ne sono onorato ma credo che l’unica forma di rispetto nei confronti del mio partito sia garantire un impegno diretto in una delle due competizioni. Oggi scelgo la mia città ed i progetti a cui mi sono dedicato in questi anni».