I timori per i dazi sono tanti, soprattutto dopo i primi dati, ufficializzati alcuni giorni fa, secondo cui, a livello nazionale, le esportazioni dell’agroalimentare verso gli Usa ad agosto hanno registrato un calo del 23%.
“Siamo molto preoccupati dai dazi americani, soprattutto in Basilicata, territorio su cui riteniamo ci possano essere maggiori riflessi perché il nostro tessuto è fatto di piccole e medie imprese. Si tratta di un mercato dove le dimensioni ed i quintali di prodotti che vanno in America non sono enormi ma sono importanti per la nostra filiera lucana, per le nostre attività agroalimentari” tuona Gerardo Nardiello, segretario generale della Uila Uil. La questione è articolata e, a detta degli esponenti sindacali, potrebbe avere anche riflessi di natura occupazionale. “Ad avere un impatto maggiore sono i produttori di vino, ortofrutta e pasta. Il che, tenendo presente che queste aziende non hanno grandi supporti a livello regionale, significa che l’impatto diventa maggiore, le difficoltà diventano tante e questo ci preoccupa ancor di più per i riflessi sull’occupazione. Se si perde anche quel poco che si riesce ad esportare rischiamo di vedere falcidiati i posti di lavoro. Tutto ciò è ancora più allarmante” aggiunge ancora il segretario della Uila che spiega anche che a salvarsi sono “solo le grandi imprese che operano in Basilicata: Barilla e di Ferraro che riescono ad attutire il colpo”. Di qui l’appello alla Regione ad agire, ad avviare nuovi bandi. “E’ importante che la Regione intervenga. Fino a qualche tempo fa c’erano bandi per le piccole e medie imprese destinati alla ristrutturazione, all’ammodernamento degli impianti, al rafforzamento dei canali commerciali. Ora le nostre imprese dell’agroalimentare sono abbandonate a se stesse. Bisogna fare urgentemente qualcosa se non vogliamo perdere questi punti di riferimento importanti” sottolinea ancora Nardiello. Analisi la sua condivisa anche dagli altri rappresentanti sindacali dell’agroalimentare. “Il rischio dipende dai flussi merceologici delle varie aziende. I grandi gruppi ragionano con visioni strategiche diverse, le piccole imprese stanno registrando difficoltà. Il problema non sono solo i dazi ma il mercato interno perché, il mercato agroalimentare lucano ed italiano è variabile perché sono i consumi ad essere variabili ed in alcuni momenti manca il potere d’acquisto” evidenzia Santino Marzullo, segretario dalla Fai Cis che, a sua volta, chiama in causa il governo regionale. “La Regione deve sostenere le piccole e medie imprese e deve ragionare su politiche di investimento”. Netto anche il giudizio di Vincenzo Pellegrino, segretario della Flai Cgil: “Certo che siamo preoccupati dai dazi, soprattutto per l’agroalimentare perché esportiamo prodotti di qualità. I dazi incideranno sull’aumento dei prezzi e l’aumento impatterà sul consumatore. Quindi, potrebbe esserci una contrazione dei consumi. Le nostre imprese ne risentiranno” dice Pellegrino che chiede alla Regione di intervenire sulla Pac dando fondi a chi non sfrutta il lavoro.















