Nel giorno del debutto del «green pass», che inaugura di fatto la sanità digitale (uno dei paradossali meriti della pandemia), tra Europa e Gran Bretagna si apre un intricato problema di ordine logistico diplomatico legato alla fase finale dei campionati Europei, che prevedono una tappa a Roma (proprio con l'Inghilterra) e le finali a Londra.
Con la variante «delta» che si moltiplica con proiezioni geometriche nel Regno Unito, cresce anche la preoccupazione per una contaminazione di gruppo proprio mentre gli stati - a tutte le latitudini e soprattutto in Europa - cercano lo sprint nell'ultimo miglio per superare la fase emergenziale. Ecco spiegata la fermezza (ma è stata praticata anche degli inglesi nei confronti degli italiani a parti invertite) a proposito delle trasferte dei supporter britannici per la gara in programma a Roma nel week end.
Il Governo italiano ha ribadito che non ci saranno deroghe ai cinque giorni di quarantena per chi proviene dall'Inghilterra e che di conseguenza nessuno potrà recarsi allo stadio a meno che non si trovi in Italia da lunedì scorso. Va pure aggiunto che il Governo britannico ha a sua volta scoraggiato i tifosi a raggiungere l'Italia per la partita del 3 luglio all'Olimpico di Roma tra Inghilterra e Ucraina.
Insomma, non c'è «green pass» che tenga e anche per questo motivo l'Unione europea (dopo l'anteprima del duo Draghi-Merkel) insiste per spostare semifinali e finali da Londra in un'altra sede (Roma, Monaco o Siviglia), proprio nell’ottica di evitare comunque assembramenti e contagi da variante delta.
È singolare che dopo le polemiche sulla Brexit adesso ci siano quelle sulla Brexin, con gli inglesi (e la Uefa) determinati a mantenere a Wembley la fase finale dei campionati europei. Che tutto ciò accada proprio nel giorno in cui debutta il «green pass» è una di quelle coincidenze non proprio laterali che – per riflesso – inducono alla cautela anche i più recalcitranti alla sobrietà dopo un anno, durissimo, di pandemia e rinunce sociali.
Sullo sfondo di una partita di calcio, come sempre metafora della vita, rimane tuttavia questo debutto della sanità digitale che rappresenta – nel rispetto della privacy – un grande passo in avanti per i cittadini ed il sistema nel suo complesso. Il prossimo passo dovrà essere il «fascicolo digitale» nell'auspicio che possa favorire quella sanità integrata, in Italia ed in Europa. Dopo la finale di Wembley (per ora), ovviamente.