È evidente che il fallimento della CD superlega, in un mondo in cui il calcio è così pregnante, permette una riflessione sportiva e di economia, ma anche una sintesi di lezione di stile politico da indirizzare ai politici sovranisti nazionali, ammesso che la capiscano.
Conviene cominciare da questa, perché il fallimento della superlega ha un nome Boris, e un cognome Johnson, sovranista per eccellenza. La sua fulminea dichiarazione di essere pronto a scatenare “una bomba legislativa” se le sei squadre inglesi non si fossero subito dimesse da quel progetto ha tolto alla sciagurata iniziativa qualsiasi possibilità di successo. Il Brexit calcistico europeo non c’è stato e questo aumenta il rimpianto personale per il fatto che l’Inghilterra sia uscita dalla comunità europea.
Ma occorre riflettere sul fatto che è stato un sovranista per eccellenza, a salvare il calcio europeo dal Brexit. Per quanto riguarda Andrea Agnelli il mancato Brexit conferma il significato del racconto il Principe senza terra Andrea A. Lì raccontavo in maniera scherzosa che il celebrato amministratore delegato Fiat, Marchionne, aveva forse dato agli Agnelli una montagna di soldi, ma aveva scippato alla famiglia il bene più importante per un principe: “il territorio”. Negli Adagia, il primo proverbio che Erasmo da Rotterdam tratta, è che Principi o folli si nasce. Ma ciò premesso, un Principe senza terra non è Principe. E le differenze fra un Principe e un banale capitalista sono immense. Anche sul terreno economico. Cosa che Marchionne non ha prospettato alla famiglia del Principe forse anche per il fatto banale che lui non era un Principe, ma banalmente un manager. Nel racconto ne traevo scherzosamente le conseguenze manageriali economiche (leggere il racconto per sapere quali, anche perché illustrate magistralmente da Bucchi).
Ma. Il fallimento della cd Superlega ha prodotto notevoli lezioni di identità europea (PSG) e di economia (Bayern) che vanno oltre la vicenda calcio.
Lo sceicco proprietario del Paris Saint Germain si è rifiutato di “fare un danno all’Europa calcistica”. Grande visione politica che certamente gli tornerà utile nel futuro. Ma autentica lezione viene dal Bayern, perché - udite udite- ha i bilanci in regola e vince scudetti e coppa campioni. Vorrei che il suo presidente, l’interista Rummenigge tornasse a Milano come AD. Spendere in maniera adeguata, e vincere. Invece Juve, Barcellona, Real Madrid, Inter spendono in maniera dissennata e vogliono continuare a farlo. Ciò succede perché il calcio pretende di poter rendere ridicolo il mondo in cui viviamo. È semplicemente ridicolo che il traffico aereo sia escluso intorno alla casa di Messi come succede per la residenza del Presidente degli USA. Nessuno critica il fatto che Messi abbia un jet intercontinentale per andare a fare gli allenamenti con la nazionale argentina, ognuno spende i propri soldi come crede, ma se il Barcellona vuole poter spendere cifre folli e il suo bilancio non regge, deve fallire. Come deve fallire il Real Madrid. E se i loro bilanci non reggono devono fallire Juve e Inter come è successo per Napoli e Bari, e ricominciare anche loro dalla Serie D. Da strenuo tifoso interista partite come Rinata Inter-Folgore Carratese, o trasferte per il primo posto NibionnOggiono (esiste, lo giuro) – Riscattata Inter, non solo mi divertirebbero moltissimo ma restituirebbero al calcio una dimensione sportiva e non da playstation. Perché di Messi giocatore sportivamente altamente sopravvalutato, mi sentirei di condividere la definizione data di lui dal Presidente dell’Accademia Musicale napoletana, maestro Fargnoli, di giocatore da playstation. E infatti di Messi nessuno ricorda che da quando manca Iniesta non vince nulla, né scudetti, né coppe campioni, né campionati sudamericani, né campionati del mondo. Quindi paragonarlo a Maradona è bestemmia calcistica. E allora perché vince il pallone d’oro? Ah, per il contratto.
Altra considerazione economica. Per quale motivo JP Morgan avrebbe dato circa 4 miliardi di dollari alle dodici squadre? Per generosità? No. Per istinto messianico? Neppure. JP Morgan sa fare i conti. È evidente che lo faceva perché pensava di guadagnare svariate volte quanto spendeva. E anche qui niente di male. Ma bisogna guardare in faccia la realtà economica e chiamarla con il suo nome. Di fatto era una forma di acquisizione delle società in questione, almeno di quelle più esposte.
E con questo torniamo allo stile. Se c’è una mancanza di eleganza maggiore del salire sul carro del vincitore, questa è la voglia di volersi segnalare per sconfiggere chi è già perdente. Il pugnale di Bruto è stato l’ultimo. Fosse stato il primo era tutt’altra cosa. Quindi è ridicolo invocare l’ esclusione della Juve, come è ridicolo chiedere l’espulsione del suo amministratore. I regolamenti di conti con liste di proscrizione le lasciamo al tempo che fu. Nel racconto in citato “Il principe senza terra Andrea A.” questi, avendo imparato dal suo ex suddito una lezione importante, ottiene l’approvazione dello stesso perchè regge ad una collegata prova da osteria di personalità. (leggere per sapere di che prova si tratta). Per non cadere nel ridicolo di guerre civili calcistiche con guerre covid molto più importanti da combattere, urge il ramoscello di olivo.