L’esito del tavolo tecnico istituito dopo il ritiro dell’ordinanza di sospensione dell’attività produttiva alla Versalis a Brindisi ha visto rimandare ad ulteriori incontri ristretti l’analisi di possibili investimenti per ampliare la rete di centraline per il rilevamento delle emissioni ed eventualmente per introdurre qualche innovazione aggiuntiva sugli impianti. Circa invece i futuri sviluppi della chimica verde in quel sito, essi in realtà restano del tutto sullo sfondo solo come oggetto di rinnovate declamazioni propagandistiche di qualcuno.
Al di là degli esiti di quel tavolo, è urgente invece che sia la maggioranza nella sua interezza, o almeno il PD come grande forza nazionale, a definire con precisione un’agenda per lo sviluppo di Brindisi senza delegare solo al primo cittadino il compito di dettarne i contenuti.
E ciò, sia in vista delle elezioni regionali, e sia guardando alle esigenze della fase 3 aperta dal Presidente Conte. E’ giunto il momento insomma di selezionare obiettivi, strumenti e risorse per la crescita del territorio comunale - legandola a quella del suo hinterland e della Puglia – che, partendo dai punti di forza settoriali e infrastrutturali dell’area, li potenzi con nuovi innesti e percorsi di crescita occupazionale.
Per tale lavoro, in realtà, non si partirebbe da zero: esistono già proposte anche di dettaglio sui comparti che si potrebbero sviluppare nell’area industriale, o anche negli agglomerati di Fasano, Ostuni e Francavilla Fontana, contenute nel piano di sviluppo strategico della ZES adriatica. Perché il Comune e la Provincia non hanno mai dedicato una sessione di lavoro pubblica per discuterne i contenuti ? E se sinora non lo ha fatto il Comune, perché non l’organizza il PD un grande incontro con tutti gli stakeholder in cui analizzare le linee guida e le indicazioni programmatiche di quel piano che oltretutto è stato validato in sede ministeriale ? L’Autorità portuale, guidata dal prof.Patroni Griffi che ha funzioni di guida della ZES, sta lavorando da tempo per accelerare gli investimenti infrastrutturali per renderla operativa.
Ma offrono altre proposte anche il documento della Confindustria locale presentato nell’ottobre del 2017 nel convegno al Teatro Verdi cui parteciparono top manager di grandi imprese, l’allora Ministro De Vincenti e il Presidente di Confindustria Boccia. La stessa associazione confindustriale sta ora approfondendo quelle proposte facendone base per confronti con Regione, Governo, Invitalia e investitori esteri che la sua tecnostruttura è in grado di contattare. Ed anche la CNA - che esprime il vicepresidente del Consorzio Asi - può mettere in campo analisi e proposte, dal momento che associa imprenditori in grado di farlo con autorevolezza.
Anche i Sindacati potrebbero lavorare uniti per definire precise proposte per lo sviluppo industriale, partendo dai saperi diffusi dei loro quadri presenti sui luoghi di lavoro. I contratti di programma delle grandi aziende insediate nell’agglomerato industriale - Avio, Sanofi, Jindal, Salver, etc. - offrono elementi utili per possibili arricchimenti programmatici. A tale lavoro di analisi e di proposizione possono contribuire autorevolmente anche il Consorzio Asi, guidato dal Dott.Bianco, e la Camera di Commercio.
E non bisogna dimenticare la Cittadella della ricerca con le strutture (fra le altre) dell’Enea e del Cetma che sono centri di ricerca applicata di rilievo nazionale nei cui laboratori si mettono a punto tecnologie e procedure all’avanguardia in diversi campi. Perché allora non organizzare nelle loro sedi workshop volti a focalizzare settori nei quali attrarre nuovi investimenti provenienti dal Nord e dall’estero, o nel cui ambito stimolare investimenti di operatori locali ? Il distretto regionale della nautica, a sua volta, ha proprio a Brindisi la sua capitale regionale ed è un punto di riferimento di idee e programmi meritevoli di essere approfonditi e conosciuti.
Esiste poi con le sue enormi potenzialità di sviluppo manifatturiero il comparto turistico che vede la presenza ad Ostuni di un operatore di livello internazionale come Nicolaus Tour. L’hotellerie, ovvero l’insieme di manufatti e servizi per l’esercizio di strutture ricettive e per il tempo libero, potrebbe trovare nel territorio ulteriori realizzazioni con produzioni di molti beni destinabili anche all’ esportazione.
Insomma, tutti gli attori politici, sociali e istituzionali del territorio, nessuno escluso, possono e devono lavorare sperabilmente in sinergia a selezionare obiettivi, strumenti, risorse e iniziative per far compiere un balzo in avanti al dibattito e ai lavori per la crescita qualificata del territorio, sottraendone così l’esclusiva a chi ritiene invece di esserne l’unico titolare abilitato a discuterne con Governo e Regione, per poi esercitare un diritto di veto su qualunque iniziativa proposta per lo sviluppo della città - dal porto agli investimenti di Edison e di A2A, solo per citarne alcuni - che non rispondano a schemi ideologici propri e di gruppi molto ristretti di società civile. Se ne vuole un esempio ? Anche sulla riconversione a metano della centrale dell’Enel si ha da eccepire, arrivandosi a porre in discussione la stessa prosecuzione di esercizio di quel sito di generazione, una volta riconvertito.
Al contrario, Brindisi e la sua provincia devono tornare ad assolvere il ruolo di area cerniera infrastrutturale e produttiva fra Salento leccese, provincia di Taranto e Città metropolitana di Bari, proiettata per vocazione storica verso i Balcani e il Medioriente. Ma è necessario liberare l’intera area da ogni estremismo ecologista che già da anni sta rallentando il decollo di un territorio che ha tutte le risorse per un nuovo grande balzo in avanti, generatore di crescita ecosostenibile e di nuova occupazione qualificata, anche al servizio della Puglia e dell’intero Paese.