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Puglia, la voglia matta di chiudere le edicole

 
Giuseppe De Tomaso

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Giuseppe De Tomaso

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Alcuni sindaci fuori legge, chi può li fermi

Venerdì 27 Marzo 2020, 11:59

Alcuni sindaci pugliesi hanno dichiarato guerra ai giornali. Da qualche giorno la loro occupazione (e preoccupazione) principale è quella di impedire alle edicole di aprire. Sono diverse le ordinanze approvate che vietano, nei giorni festivi, il servizio dei punti-vendita dei quotidiani. Eppure i decreti del governo parlano chiaro: farmacie e edicole sono servizi essenziali. Ma siccome l’Italia è un Paese anarchico e ciascuno fa quello che gli pare, ai primi cittadini di numerose città non sembra vero di potersi scatenare nel loro passatempo preferito: vietare, vietare, vietare. Tanto, chissenefrega dell’informazione, chissenefrega del lavoro di molte persone. Chissenefrega dell’esigenza di saperne di più. Nell’era dell’uno vale uno o dell’onagrocrazia (copyright di Benedetto Croce), ossia degli asini selvaggi al potere, che volete che sia leggere o informarsi? Molto meglio limitarsi ai social o a quel bar sport della Rete mirabilmente descritto e svillaneggiato da Umberto Eco.
Vorremmo capire dai sindaci pugliesi che, in preda a una (contro)immunità di gregge, si sono accodati alla vetocrazia festiva ai danni dei giornali, quale sia la logica della loro sconcertante iniziativa.

E poi, volendo seguire il loro ragionamento, perché la domenica vanno chiuse le edicole e gli altri giorni vanno tenute aperte? Forse il virus non rispetta le feste comandate?
La verità è che l’ignoranza piace assai, mentre la libertà (compresa quella di informarsi) piace poco, perché richiede responsabilità (faticosa), senso (fastidioso) di responsabilità.
Purtroppo, quando si comincia a limitare la libertà personale, sia pure per ragioni inoppugnabili e condivisibili, si sa da dove si inizia, ma non si sa dove si finisce. E così alcuni si allargano a più non posso, andando oltre confine.
Questo giornale è alle prese con i problemi che sapete. Ci arrivano messaggi di incitamento ad andare avanti, a non mollare mai. Poi, alcuni tra questi «generosi eroi da tastiera» fanno l’esatto contrario di ciò che dicono, scrivono, messaggiano: impediscono (anche) alla Gazzetta di essere acquistata in edicola. È vero che l’ipocrisia e la falsità sono gli stemmi della politica, ma - come direbbe il poeta - est modus in rebus. Oppure, come direbbe Totò, ...cca’ nisciuno è fess.

Ci rivolgiamo al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Ci rivolgiamo ai prefetti, che sono i rappresentanti del governo sul territorio. Cercate, per favore, di richiamare questi sindaci che vogliono l’eutanasia dei giornali e delle edicole. Cercate di sollecitarli al rispetto dei provvedimenti nazionali, anche perché il decreto legge n. 19 del 25 marzo recita testualmente: «I sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza, in contrasto con le misure statali». E ricordate loro, ai sindaci, che con la libertà, di cui l’informazione è il pilastro, non si scherza. Altro che multare un edicolante, a Manduria (guidata da un commissario prefettizio), che ha avuto il coraggio di sfidare un’ordinanza da Stato sudamericano.

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