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Prove generali per Puglia 2020

 
Bepi Martellotta

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Bepi Martellotta

Regione puglia

Uno sguardo al futuro. Per il 2020, è evidente, la vittoria di Decaro apre la strada ad una conferma di Emiliano alle Regionali. Eppure, dovrà far riflettere non poco, tutti, l'incredibile ascesa della Lega in Puglia

Martedì 28 Maggio 2019, 15:36

BARI - Un calo di 4 punti nell'affluenza rispetto alle precedenti europee (quelle del 2014) avrebbe fatto pensare ad un esito diverso: i pugliesi non sono interessati alle sorti di un'Europa che rischia di sparire sotto i colpi dell'avanzata sovranista. E invece no. In Puglia esplode la Lega di Salvini (come nel resto d'Italia) e nei comuni il Carroccio si affaccia con una forza che non ha precedenti, se non nel boom del Pd di Renzi alle Europee 2014. I Cinque Stelle? 

Venivano dati per moribondi, vista l'altalena ingaggiata nel Governo giallo-verde. E invece non solo qui reggono la botta meglio che nel resto del Paese, ma sulle Europee si confermano primo partito in tutte le province pugliesi, come accaduto alle ultime Politiche. Fa scuola, nel loro caso, la vicenda Taranto, dove si profetizzava la debacle per le incertezze sull'Ilva. Ma anche Lecce, con le bandiere strappate e incendiate dai militanti per le vicissitudini Tap.
Insomma, piaccia o no la Puglia in Europa vuole presentarsi giallo-verde e, per ora, non intende cambiare. Viceversa nei comuni, dove storicamente i grillini non riescono a sfondare e la Lega è neofita da queste parti, la regione mantiene il matrimonio con il centrosinistra a trazione Pd, confermando il sindaco Decaro a Bari. Su Lecce il primo cittadino uscente, Salvemini, a conclusione di un'amministrazione difficile (la famosa anatra zoppa che tale è rimasta) sventa di un soffio il balottaggio. Sorte, invece, che tocca al primo cittadino di Foggia, Landella, uomo forte del centrodestra insidiato da Pippo Cavaliere.
Vale la pena, dunque, analizzare bene questo voto da election day, nel quale sarebbe stato lecito aspettarsi un trend identico tra europee e amministrative. Per l'Ue, come detto, si contano diversi “caduti” sul campo tra gli eurodeputati uscenti degli altri partiti. Si salva Fitto con la lista di FdI, forte di 80mila consensi nel Sud (nella sua Puglia più di quanti ne ha presi Berlusconi, quasi una legge del contrapasso dopo le note vicende dello strappo da Forza Italia) mentre non ce la fanno l'azzurra Matera e la Dem Gentile, surclassata per un pugno di voti dalla campana Picierno. Non sfondano i sindaci di centrosinistra che hanno provato a cimentarsi con l'urna per Strasburgo (Stomeo e Abbaticchio) mentre passano tre pentastellati, una dei quali (D'Amato) è confermata al secondo mandato. Quanto alla Lega, sino a ieri inesistente, “sistema” all'Europarlamento l'ex segretario regionale Caroppo e il re delle spiagge Casanova e, soprattutto, conquista il podio del secondo partito in tutte le province pugliesi, diventando addirittura prima a Brindisi, mentre i grillini si confermano primi ovunque, in linea con le ultime Politiche seppure in calo di consensi.
Tutto bene quel che finisce bene? La Puglia vuole stabilità di governo in Italia e per questo vota i giallo-verdi in Europa? Sarà. Di certo c'è che quando il voto viene calato nelle città, i giochi cambiano. E, al netto delle civiche che tirano per questo o quell'altro candidato, i partiti “tradizionali” reggono e gli effetti “nazionali” o “europei” si spengono nelle urne.
Lo dimostra la vittoria al primo turno, senza se e senza ma, di Decaro. Lo sfidante principale, Di Rella, portato ufficialmente da un centrodestra unito, non si è più visto da quando ha vinto le primarie (e c'è chi vocifera che abbia giocato per perdere, puntando la fiche sulle prossime Regionali). La Lega, rimasta a bocca asciutta dopo aver perso le primarie, diventa però primo partito a Bari nel centrodestra, il che la dice lunga anche per il futuro in una città dove Forza Italia non concedeva spazi a nessuno. Mentre i pentastellati restano lì dove ci eravamo lasciati, confermando l'ininfluenza sugli esiti delle amministrazioni locali. Più insidiosa in partenza, come detto, la situazione a Lecce, dove il vincitore Salvemini doveva vedersela con uno sfidante di razza in quota Fratelli d'Italia (Congedo) - in una città dove, non a caso, il partito della Meloni alle europee ha superato Forza Italia – e con una vecchia conoscenza della politica salentina, Adriana Poli Bortone. Quindi Foggia, dove il centrosinistra si batterà al secondo turno per espugnare la roccaforte di Landella.

Uno sguardo al futuro. Per il 2020, è evidente, la vittoria di Decaro apre la strada ad una conferma di Emiliano alle Regionali. Eppure, dovrà far riflettere non poco, tutti, l'incredibile ascesa della Lega in Puglia e la sua evidente “opa” anche sul prossimo candidato governatore del centrodestra. Con i grillini che, se continuano a reggere così la prova del Governo nazionale, alla Regione vorranno giocare la loro partita. Una tenaglia da cui Emiliano – dopo anni di “separazione forzata” dal Pd a causa di Renzi - cercherà di sottrarsi, tenendo forse più in conto le volontà della sua maggioranza. Con un Pd che, passo dopo passo, recupera strada dalle macerie in cui sembrava caduto per sempre e che, forse, ora potrà cominciare a ridire la sua in Puglia.

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