Un cantastorie, un rocker, un bluesman ma, anche e soprattutto, uno dei più autorevoli autori della canzone italiana. Edoardo Bennato da 40 anni racconta attraverso le parole delle sue canzoni, la realtà del nostro Paese fatto di «buoni e cattivi» (per citare un suo noto album), sbeffeggiando i potenti ed esaltando la forza delle persone semplici e umili. Il 77enne artista napoletano si esibirà stasera (ore 21) con il suo Le vie del rock sono infinite al Teatro Petruzzelli di Bari (biglietti su Ticketone), accompagnato dalla sua storica BeBand.
Un viaggio nel suo immaginario sonoro dall’alto contenuto rock & blues. Un live che ripercorre la carriera musicale del cantautore napoletano con i suoi pezzi più celebri e una selezione di nuove canzoni tratte dall’ultimo album Non c’è. In scaletta brani epici tratti dai concept album Burattino senza fili, Sono solo canzonette, Abbi dubbi, Le ragazze fanno grandi sogni, La fantastica storia del Pifferaio magico, fino a Non c’è uscito nel 2020. Sul palco ci saranno i temi che da sempre caratterizzano le sue canzoni rendendole attuali: le contraddizioni della società, l’universo femminile, l’attenzione per il mondo in cui viviamo, il tutto accompagnato dalla sua pungente ironia attualizzata ed esasperata fino al paradosso.
Più di due ore di spettacolo nel quale confluiranno le due anime del cantautore: quella sarcastica, mai patinata o convenzionale, provocatoria e irriverente, e l’anima sognatrice con melodie irresistibili che fanno ormai parte dell’immaginario collettivo.
Bennato c’è ancora spazio per il vero blues e rock?
«Certamente! Le vie del rock e del blues sono praticamente infinite. Anche in questo momento, nelle cantine, nei garage di qualche casa o anche in qualche sala prove, ci sono centinaia, migliaia di ragazzi, a Londra a New York a Tokio a Berlino in Cina come in Italia che stanno costruendo, immaginando, le nuove strade del rock. Anche io continuo a percorrere quelle strade».
Buddy Guy ritiene che il blues vada salvaguardato sempre in quanto tutto è partito da questa straordinaria musica. Lei cosa ne pensa a riguardo?
«Tutta la musica moderna nasce dal blues, compreso il jazz o la trap. In particolare dalle 29 canzoni che, come dice la leggenda, ha scritto, vendendo l’anima al diavolo a un crossroad, Robert Johnson».
Lei è considerato un cantautore impegnato in parte anche politicamente. Non pensa si sia perso completamente, nelle nuove generazioni, la capacità di dire con fermezza le proprie idee anche attraverso una canzone?
«Chiunque faccia arte, sotto qualsiasi forma, esprime comunque un pensiero anche politico. Credo però che debba essere svincolata dalle fazioni politiche. Fin dalla prima ora ho chiarito che avrei sventolato una sola bandiera, quella del rock».
La parte più emozioni della musica oggigiorno resta il live, quindi il contatto con il pubblico. Che effetto le fa esibirsi al Petruzzelli, considerato uno dei tempi del melodramma italiano?
«Il Petruzzelli è un magnifico teatro, recuperato pienamente dopo il devastante incendio, che lo rase al suolo. In molte canzoni, sia della prima ora che attuali, ho manifestato il mio amore per la musica di Rossini, si pensi a In fila per tre o alla più recente La calunnia è un venticello, quindi il Petruzzelli è il luogo ideale».
Come ha articolato il live?
«Sarà un concerto ad alto contenuto rock&blues con proiezioni video adatte a dare maggior forza ai testi delle mie “canzonette”».