«Notturno per Demetrio, è l’omaggio della chitarrista sperimentale barese Simona Armenise al più grande maestro della voce, Demetrio Stratos. Parliamo di un gigante, ma di quelli veri che nella sua grandezza artistica (ma anche umana) è riuscito a cambiare i connotati alla musica con il suo strumento, la voce. Un genio poco osannato che meriterebbe molti più riconoscimento e devozione in primis dagli stessi artisti che spesso attingono a piene mani dalle sue invenzioni e, poi, dal pubblico perché è grazie alle sperimentazioni di certe soluzioni sonore che si delinea anche il linguaggio più pop e leggero.
Demetrio, figura carismatica e centrale negli Area, ha avuto un’importanza fondamentale anche nella personale ricerca musicale individuale, fino a diventare una delle voci più autorevoli al mondo del secolo scorso e il più grande artista italiano di tutti i tempi, lui che non era nato in Italia, ma ad Alessandria d’Egitto da genitori greci.
Stratos è stato capace di trasformare del tutto la concezione stessa del canto, arrivando a risultati ineguagliati e ineguagliabili. Sono passati 41 anni dalla prematura scomparsa del maestro della voce, avvenuta il 13 giugno del ‘79 a New York a soli 34 anni, e proprio in questi giorni la chitarrista Simona Armenise, nata nell’anno della scomparsa di Stratos, ha deciso di realizzare un tributo che comprende quattro brani di efficace sperimentazione proprio pensando al mood compositivo di Stratos.
«In realtà – commenta Armenise -, l’idea è nata l’anno scorso nel quarantennale della sua scomparsa. È stato un anniversario particolare di eventi, compreso l’aver visitato la mostra Il corpo della Voce e l’essermi recata a Scipione Castello dove si trova la sua tomba. Dopo tutte queste esperienze e aver avuto nel mio secondo disco la collaborazione di Ares Tavolazzi (bassista degli Area, ndr) direi determinante per la riuscita del disco, sempre in me si è insinuato il desiderio di poter fare qualcosa che musicalmente e intellettualmente potesse mettermi in contatto con gli Area, in particolar modo con la figura gigantesca di Demetrio». Complice il lockdown, l’artista barese ha iniziato a comporre e sono venute fuori quattro composizioni di straordinaria creatività. L’amicizia con Tavolazzi le ha permesso di inviargli i file dei brani: «Mi piace sottoporgli sempre le mie sperimentazioni per avere un suo parere – precisa Armenise -, ancora di più i quattro brani tributo a Stratos che Ares ha apprezzato molto, tanto che presto diventeranno un album pubblicato per la New Model Label di Ferrara».
Nella realizzazione del progetto, Armenise ha utilizzato tutti i mezzi a disposizione in casa: elettronici e acustici, campionamenti della voce, loop, synth vari, mini Moog, Model D, ma anche suoni della natura, rumori e tanto altro. «La dimensione del notturno si è delineata da subito – precisa Armenise -, utilizzando suoni della natura che richiamassero la tranquilla e magica oscurità».
In Eletrostratofonie I e II, brani che aprono e chiudono il disco, Armenise sembra quasi sia alla ricerca di Demetrio, le due composizioni sono sperimentazioni e improvvisazioni elettroniche, incentrate sulle investigazioni (diplofonie e triplofonie) e le flautofonie di Stratos. In Demetrio no Suisei e Dispotic Workuta, c’è un richiamo al Giappone sonorità molto care all’artista barese, ma, soprattutto, un forte richiamo a due brani degli Area: Cometa Rossa e Return From Workuta.

Il «Notturno», tributo della chitarrista barese dopo la collaborazione con Ares Tavolazzi
Martedì 23 Giugno 2020, 15:30