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Immigrati la scoperta di un’ovvietà

 
Fabio Sìcari, Bergamo

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Fabio Sìcari, Bergamo

Venerdì 19 Maggio 2017, 19:51

Ci voleva la Suprema Corte per sancire che due più due fa quattro. Dice la Cassazione: «L’immigrato ha l’obbligo di conformare i propri valori a quelli del mondo occidentale, in cui ha liberamente scelto di inserirsi, e di verificare preventivamente la compatibilità dei propri comportamenti con i principi che la regolano». Ci sono cose che do per scontate, e sbaglio. Ecco perché mi sorprendo nel leggere certe sentenze. A volte ho l’impressione di vivere in un Paese dove c’è bisogno della maestra che ci dice di non mettere le dita nel naso e di non fare la pipì per la strada.
Non sto banalizzando. Sto solo confessando di non aver capito niente della mia società. Insomma, che un immigrato dovesse conformarsi ai valori del Paese dove vive, mi sembrava ovvio. Scopro, invece, di essere impreparato. C’è poco da fare: merito uno zero.

Fabio Sìcari, Bergamo

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