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LETTERE ALLA GAZZETTA
Fabio Sìcari, Bergamo
30 Novembre 2016
Continua il dibattito sulla videosorveglianza in tutti quei luoghi dove i più deboli e gli indifesi dovrebbero essere educati e/o assistiti da personale che si prende cura di loro.
Vorrei far notare, però, che tutti noi, nessuno escluso, siamo indifesi di fronte alla società civile. In questa lettera dovrò essere un po’ crudo e crudele. Chiedo scusa agli stomaci deboli.
Per tutelare la salute alimentare di ciascuno, dovremmo sapere con certezza cosa mangiamo al ristorante o in pizzeria. Non mi riferisco agli ingredienti o al modo e tempo di conservazione degli alimenti. Mi riferisco all’igiene di chi prepara ciò che mangiamo. Che ne sappiamo se l’addetto alla cucina si è lavato bene le mani o se, per incuria o menefreghismo o problemi mentali, tocca gli ingredienti con le mani sporche (e tralascio i vomitevoli dettagli).
Bisognerebbe collocare telecamere anche nei bagni dove può avvenire l’indicibile. Ma ciò comporta il totale abbattimento della privacy.
Come la mettiamo?
Fabio Sìcari, Bergamo
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