Alex Schwazer ha scontato la sua squalifica di 45 mesi ed è tornato a marciare alla Coppa del mondo di Roma: ha vinto la 50 km individuale e collaborato al successo dell’Italia a squadre. Si è preso il pass per Rio con un tempo da podio. Le regole lo consentono e valgono per tutti.
Possono non piacere, si possono inasprire per il futuro, ma non si può pretendere di cambiarle per lui. Si può capire la diffidenza verso chi ha barato una volta, ma per coerenza dovrebbe valere uguale per altri squalificati rientrati, dall’atletica al ciclismo: Valverde, Contador, Gatlin, Powell vincono e non è che si rinfacci loro il doping trascorso a ogni passo. Che ha fatto Schwazer di diverso da loro?
Non ha negato il doping, ha collaborato con la giustizia, s’è impegnato a rientrare più controllato degli altri. Sorge un cattivo pensiero: e se fosse questo che si fatica ad accertare?
Lorenzo Grande, Polignano a Mare (Bari)