Martedì 09 Settembre 2025 | 00:39

Ecco qual è la seconda malattia più disabilitante al mondo: l'emicrania

 
Nicola Simonetti

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L'emicrania cronica riconosciuta come malattia sociale

Consigli per prevenirla

Venerdì 21 Febbraio 2025, 16:57

L'emicrania interessa oltre 1 miliardo di persone, di cui 6 in Italia. Le donne manifestano attacchi più frequenti, di intensità e durata maggiori rispetto agli uomini (rapporto di 3 a 1) e, a volte, esse sono classificate isteriche (summa jniuria, retaggio di maschilismo mai sopito). La forma cronica colpisce l'1-2% della popolazione globale. Per chi convive con l’emicrania, il tempo non è alleato. Ogni attimo può scivolare via, rubato da dolore e paura del prossimo attacco.

“L'OMS considera una giornata con emicrania severa, invalidante quanto una con demenza, tetraplegia o psicosi acuta grave. E si pensi che spesso, si manifesta tra 25 e 55 anni, i più attivi e produttivi della vita. Elevati i costi sanitari diretti (specialistica, ospedaliera, farmaceutica). non sanitari (dispositivi, ecc) e indiretti (perdita di produttività e caregiver). Il costo annuo stimato, a livello Eu, di 18-27 miliardi euro. Investire sulla prevenzione, migliora la qualità di vita delle persone e l’impegno del Sistema Sanitario” (prof. Simona Sacco, ordinaria di neurologia, università dell'Aquila, all’incontro-confronto “Emicrania: Una storia di tempo ritrovato”, promosso, a Milano, da AbbVie, con partecipazione di clinici, associazioni dei pazienti ed esperti).

“È patologia che tende ad essere sottovalutata e sottodiagnosticata, causa di ritardo per diagnosi e percorsi terapeutici dedicati: tempo segnato da profonda sofferenza, solitudine, peggioramento di patologia e qualità di vita, elevato volume di visite ed esami inappropriati” (Nicoletta Orthmann, Fondazione Onda ETS). ”Oggi sono disponibili, dopo anni di studi – dice il prof. Pierangelo Geppetti, emerito di farmacologia clinica, università, Firenze - trattamenti specifici in grado di bloccare l’azione del nemico CGRP (peptide correlato al gene della calcitonina), principale neuropeptide rilasciato dai terminali del nervo trigemino, causa dell’attacco e, così, prevenirlo. Sono obiettivi principali di tale terapia (con farmaco “gepante”, Atogepant, nome non commerciale, con ottimo profilo di efficacia e sicurezza, rimborsato dal SSN per pazienti con 4 o più giorni al mese di emicrania): ridurre frequenza e intensità degli attacchi, migliorare la qualità di vita e riportare il/la paziente a normale efficienza fisica… un vero e proprio cambio di paradigma nella terapia dell’emicrania, ora più efficace e sicura”.

“L’emicrania – dice la prof. Cristina Tassorelli, ordinario di neurologia, università e direttore dell’Headache Science Center dell’istituto Mondino di Pavia – è malattia che può accompagnare chi ne soffre anche per decenni, a volte per tutta la vita. Disporre di armamentario personalizzabile di terapie mirate agli attacchi per malati che possono approcciarsi alla quotidianità con una rinnovata accezione di “libertà”.

“ Le conoscenze e le terapie che abbiamo oggi a disposizione consentono di restituire un tempo di qualità alle persone che soffrono di emicrania”. “L'approccio alla gestione dei pazienti dovrebbe basarsi - dice il prof. Alessandro Padovani, università di Brescia e presidente della Società Italiana di Neurologia - su modello organizzativo strutturato su 3 livelli: neurologi dei poliambulatori specialistici e divisionali, neurologi esperti di cefalea in ambulatori dedicati in ospedale e neurologi dei centri riconosciuti. L’auspicio è che i centri possano offrire tutte le terapie e trattamenti, specifici e mirati, oggi disponibili”.

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