Martedì 02 Dicembre 2025 | 21:02

Il 3 dicembre è la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità

 
Nicola Simonetti

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Bernalda, sedia a rotelle nuova per la bimba disabile che cresce: problemi burocratici

Martedì 02 Dicembre 2025, 16:53

3 dicembre: Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità che sono, in Italia 13,8 milioni di cui 3,1 milioni con forma grave. Nel totale dei disabili, 60% sono donne Per l’OMS, disabilità è “il prodotto dell'interazione tra la menomazione di una persona (deficit fisico o biologico) e le barriere sociali, culturali e ambientali create dalla società. Urge cambiare la società, rimuovendo gli ostacoli che impediscono la piena partecipazione e l'inclusione di tali persone.

Il "problema" della disabilità non è un'inevitabile conseguenza del deficit, ma del fallimento della società nel fornire supporti e servizi adeguati. Si sottolinea l'importanza della riabilitazione medica, quale complementare a un più ampio cambiamento sociale per affrontare le cause strutturali della disabilità e creare ambiente in cui le persone non siano rese disabili dalla società, ma possano partecipare pienamente e autodeterminarsi. La disabilità è, in gran parte, una conseguenza di fattori sociali: se il contesto è poco accessibile o inclusivo, la disabilità aumenta. Gli alunni con disabilità nella scuola italiana nel 2023/2024, erano quasi 359.000  (4,5% del totale degli iscritti). Il numero è in aumento. L’indagine Istat riporta che solo 1 scuola su 3 ha abbattuto le barriere fisiche e 1 su 5 ha abbattuto le barriere senso-percettive, con forti differenze territoriali sfavorevoli al sud.

Lo svantaggio nell’accesso al mercato riguarda l’80% di tali persone completamente inattive. Maria Chiara Paolini (Le Nius) conclude “dalle statistiche emerge una popolazione disabile marginalizzata, che vive per molti versi un vero e proprio mondo a parte a cui sono negati vari aspetti della quotidianità di opinione o tendenza dominante:”… Risulta sempre più urgente quindi agire sulle cause strutturali delle diseguaglianze, creando le condizioni per cui le persone disabili abbiano la possibilità di esercitare i propri diritti di cittadini”. Attiva, nel proporre problemi e soluzioni,è l’ Alice Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale, prima causa di disabilità nell’adulto) a favore delle persone che, colpite da ictus, convivono con una disabilità più o meno grave. L’ictus, ogni anno, in Italia, colpisce  100.000 - 120.000 persone, causando cambiamenti profondi nella loro vita e delle famiglie. “L’ictus – dice Andrea Vianello, presidente di A.L.I.Ce. - non è solo un evento di tipo medico, ma ha una forte caratterizzazione sociale… troppo spesso chi sopravvive a un ictus si ritrova da solo ad affrontare un lungo percorso di disabilità, con difficoltà motorie, cognitive o di linguaggio che possono avere un impatto profondo sulla qualità della vita. Come associazione, vogliamo ricordare e ribadire che la disabilità non deve mai significare esclusione”.

Rimangono, purtroppo, forti disparità territoriali: non tutte le persone colpite da ictus hanno la possibilità di accedere allo stesso livello di cure riabilitative o ai servizi di assistenza domiciliare, limitando di conseguenza le possibilità di recupero e di autonomia. Le istituzioni si impegnino a rafforzare la rete di servizi territoriali, ad investire nella riabilitazione a lungo termine e promuovere politiche inclusive che garantiscano pari opportunità in lavoro, mobilità e partecipazione sociale… La disabilità non è una condizione che definisce la persona, ma rappresenta una sfida che la società deve saper accogliere e sostenere con strumenti concreti. Ogni anno, migliaia di persone colpite da ictus si trovano a dover ricostruire la propria vita, recuperare parola, movimento, memoria, autonomia. È un cammino complesso, ma che diventa possibile se supportato da una comunità solidale e da un sistema sanitario efficiente...  L’inclusione fa parte della terapia, vuol dire poter tornare a lavorare, a studiare, a muoversi, a comunicare, cioè poter continuare a vivere, nonostante le limitazioni. Le persone con disabilità post-ictus hanno ancora molto da dire, da fare, da vivere. È compito di tutti favorirlo”.

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