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«Sindrome QT lungo», quando il cuore è pigro dalla nascita

 
Nicola Simonetti

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Nicola Simonetti

«Sindrome QT lungo», quando il cuore è pigro dalla nascita

Impiega a rilassarsi, tra una contrazione e l'altra, più tempo del normale

Venerdì 01 Marzo 2024, 10:48

Quando il cuore è pigro già dalla nascita: ne consegue la “sindrome QT lungo”, una condizione nella quale il cuore impiega, a rilassarsi, tra una contrazione e l’altra, più tempo del normale prolungando il tempo misurato in millisecondi (un secondo diviso mille) necessario ai 2 ventricoli per scaricarsi e ricaricarsi per compiere la contrazione successiva.

L’elettrocardiogramma (Ecg) che, com’è noto, evidenzia alcune “cunette e dorsi” che si estrinsecano in una linea continua con “onde” individuate con lettere dell’alfabeto (Q, R, S, T) che il cardiologo sa interpretare nei loro minimi particolari, dimostra questi tempi, dall’inizio dell’onda Q (contrazione ventricolare) fino al termine dell’onda T (rilasciamento).

La malattia si presenta, in media, in un neonato su 2.500 e, nel 10-15%, si materializza subito con “polso”, cioè battiti più veloci e irregolari e che - ha detto, nella conferenza tenuta nell’Aula della Mater Dei Hospital, il più grande ospedale privato di Bari, la dr Loira Leoni della clinica cardiologica dell’università di Padova diretta dal barese prof. Sabino Iliceto (che ha presieduto l’accorsato incontro che si è ulteriormente arricchito da validi interventi dei cardiologi presenti, a dimostrare la validità scientifica e pratica della Scuola Barese da cui origina anche quella Patavina che vede il prof. Iliceto fra i massimi studiosi e cattedratici a livello internazionale) - nel 10% dei casi è responsabile di morte improvvisa infantile, scolare, adolescenziale, spesso dopo stress fisico (sport) e/o emotivo.

La sua trasmissione genetica richiede attenzione nella raccolta dell’anamnesi della gestante, impone eventuali test genetici (per scoprire potenziali mutazioni dei geni) e postula l’esecuzione dell’Ecg in periodo neonatale (tra terza e quarta settimana di vita, da ripetere) e controlli periodici, tenendo presente che diagnosi precoce, terapia farmacologica, dispositivi impiantabili, sodio, magnesio, riducono la mortalità fino al 1- 2%. L’impegno multidisciplinare (ostetrico, pediatra, cardiologo, genetista, ecc) va sollecitato. Gli screening mirati su nati, genitori e affini, - ha concluso la dr Leoni - si rendono indispensabili. Un cuore ”svogliato” (diverse forme, gradi, ecc.) che batta in modo irregolare per lungo tempo è a rischio aritmie dei ventricoli del cuore e può portare a un arresto cardiaco improvviso e morte, sia nei neonati che nei più grandi.

Numerosi fattori come l’impegno sportivo e quello emotivo di un certo livello e, persino, l’uso di alcuni farmaci, aumentano il rischio. Molta attenzione, in proposito, viene raccomandata ai medici sportivi nel consentire attività fisica poiché un ignorato cuore sonnolento può aprire tragedie facilmente immaginabili.

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