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I segnali del cuore: come interpretarli e cosa fare

 
Nicola Simonetti

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Cuore

La patologia cardiovascolare – è stato documentato dall’indagine condotta da IQVIA promossa dalla Fondazione Italiana per il Cuore - rappresenta la prima causa di morte, eppure solo la metà degli italiani ne conosce il rischio, dichiarandosi in difficoltà a modificare i propri stili vita

Giovedì 28 Settembre 2023, 14:45

Cuore chiama, bussa, si fa più frequente o rallenta, modifica il proprio solito bum-ta, attenua il volume, lo innalza, soffia, sgomita, tentenna, traballa. Ogni volta, un messaggio differente che il medico, lo specialista sapranno interpretare e correggere. Ma essi devono essere cercati, interpellati ati dal titolare di quel cuore.

 “La patologia cardiovascolare – è stato documentato dall’indagine condotta da IQVIA promossa dalla Fondazione Italiana per il Cuore - rappresenta la prima causa di morte, eppure solo la metà degli italiani ne conosce il rischio, dichiarandosi in difficoltà a modificare i propri stili vita, anche se è forte il desiderio di essere informati e motivati dal proprio medico sulla consapevolezza e i comportamenti degli italiani sullo stato di salute del cuore” L’indagine ha interessato 3000 cittadini che hanno fornito 180.000 risposte via web (campione rappresentativo della popolazione italiana).

“Che solo la metà degli italiani sia effettivamente consapevole del rischio e problemi derivanti, indica una lacuna significativa nell'informazione e nella sensibilizzazione dei cittadini riguardo ad un problema così importante per la salute pubblica. La difficoltà a modificare i propri stili di vita nonostante vi sia la consapevolezza della necessità di farlo è un reale campanello d'allarme che richiede un intervento. La prevenzione delle malattie cardiovascolari - precisa Emanuela Folco, presidente della Fondazione Italiana per il Cuore (FIPC) – richiede un impegno e una responsabilità individuale, ma anche fondamentale supporto informativo e motivazionale da parte dei professionisti della salute che prestano cura e assistenza”. il 54% degli intervistati pensa di non essere a rischio cardiovascolare anche se non è così. Solo la metà degli italiani sa che le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte in Italia. Il 54% ritiene di non essere a rischio e fra questi la metà ha, in realtà, un elevato livello di rischio cardiovascolare. Ad essere meno consapevoli sono le donne e le fasce più giovani. Ma il 70% degli italiani convive con almeno una condizione cronica, il 54% è a medio-alto rischio cardiovascolare, il 70% ha stili di vita a rischio, il 45% è in sovrappeso/obeso. Molti i comportamenti a rischio: quasi 1 su 2 consuma alcool in modo eccessivo, 1 su 4 fuma, segue un’alimentazione non salutare e non svolge attività fisica regolarmente. Quasi la metà (46%) non si sente in buona salute, oltre un quarto (28%) dorme male e quasi 1 su 4 afferma di vivere costantemente sotto stress. Insonnia e stress sono maggiormente riportati dalle donne e dai rispondenti nella fascia 35-55 anni. Solo 1 italiano su 2 dichiara di fare qualcosa per la prevenzione cardiovascolare (solo 1 su 10 ritiene di fare molto), concentrandosi sull’alimentazione (50%), sul movimento e sull’attività fisica (39%). A effettuare controlli ed esami medici regolari è il 18% e solo l’11% dichiara d’impegnarsi a ridurre il fumo. “permangono difficoltà di modificare lo stile di vita (39%), scarsa consapevolezza del rischio (33%), mancanza di informazioni su cosa fare per la prevenzione (27%) e scarsa comunicazione/supporto da parte del medico (21%).

Semplici pratiche quotidiane possono fare differenza notevole nella salute generale: NO al fumo, SÌ a dieta corretta schivando cibi ultra-processati (quelli che contengono molti ingredienti aggiunti (per esempio sale, zucchero, coloranti, additivi) e perché spesso sono prodotti dall'elaborazione di sostanze (grassi, amidi ecc.) estratte da alimenti più semplici) regolare attività fisica, poco e controllato uso di alcool e bevande zuccherate senza aspettare che i problemi si manifestino. “Pertanto- conclude la dr Folco - è fondamentale sviluppare un piano di comunicazione rivolto ai cittadini capace di fornire informazioni chiare e comprensibili utilizzando in modo sinergico tutti i canali di informazione (media, siti web (attenzione: il dottor Webnon è sempre un “dottore” credibile), informazioni in farmacia), adeguando toni  contenuti e format, in modo da poter raggiungere le diverse fasce della popolazione.”.

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Vivere in salute: suggerimenti, risposte, piccoli accorgimenti per gestire la propria giornata, l’umore, l’alimentazione, il ricorso a farmaci, come affrontare al meglio gli impegni di lavoro, di responsabilità, il riposo ed il diporto, l’attività fisica. Inoltre, una finestra aperta sulla ricerca, sulle novità che la medicina ci offre ora e ci riserva e promette per il prossimo futuro.

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