Benvenuto sole, amico dei giorni più belli, sogno di cielo azzurro, di relax, di benessere. Ma il “potente” sole è monarca sovrano e non ammette confidenze. Preferisce mantenere le distanze perché conosce – egli – il male che procurerebbe un rapporto ravvicinato. La dermatologa prof. Lucia Lospalluti (dirigente medico U.O. dermatologia, policlinico Bari responsabile ambulatorio “Diagnosi, terapia e follow up del melanoma”, componente del General Medical Council inglese, che cura la casa reale britannica) ha suggerito modalità di comportamento, nella relazione tenuta al recente congresso sui tumori cutanei organizzato e diretto dal dr Gennaro Palmiotti, dirigente oncologia medica d. Tonino Bello dell’Ist. Oncologico, Bari.
“Il nostro approccio salutare - ha detto la relatrice - sia: a debita distanza, controllato per tempo (progredente dai 5-10 minuti, gradualmente in crescendo con stop ragionevole) ed ore (no tra le 11 e le 16) convenienti e dovuta protezione ad evitare scottature, ustioni. Quelle rimediate in tenera età-adolescenza, in particolare, restano impresse nella “memoria” delle cellule fino a rappresentare un locus di minore resistenza al localizzarsi di temibili tumori (melanoma, ecc.). Quindi creme di qualità e con protezione totale contro i raggi UVA (responsabili dell'invecchiamento e del danno al DNA cellulare) che UVB (responsabili primi di scottature e ustioni e forieri, spesso, di tumori temibili pur se, ora, domabili con nuovi farmaci illustrati da Palmiotti).
La protezione va fatta anche se il cielo è nuvoloso perché i raggi solari (ultravioletti) penetrano e fanno male e la pelle tende a sviluppare, sommando i periodi di esposizione non protetta, vere e proprie alterazioni del DNA cellulare ed intaccano - degradandole - le riserve di collagene, elastina e acido ialuronico della pelle ed è subito anche disidratazione e rughe. Non si giustifica il poltrire ore ed ore al sole né l’avarizia nel ricoprire la pelle esposta al sole tenendo presente che il “rito” va ripetuto ogni 2-3 ore e che sudore, mare e altri liquidi “diluiscono” la difesa.
Pur se il prodotto usato fosse «resistente all'acqua» (waterproof) meglio riapplicare le creme dopo aver fatto più bagni lavandosi prima con acqua dolce. Alcuni Paesi europei, australiani, Usa, ecc. hanno, saggiamente, utilizzato i dispenser di amuchina e dintorni piazzati in tempo di Covid, per immettervi creme di protezione dai raggi del sole. L’attuale must di indiscriminata depilazione di massa ci fa temere che gambe femminili e petti maschili, a distanza di una decina d’anni, potranno diventar sede di tumori, causa la mancata protezione naturale crudelmente rasa.
A rischio pure le “pelate” che vanno protette. Natura ha affidato a capelli e peli compiti di imperdibile difesa”. Non è da trascurare, neanche l’eritema solare, reazione infiammatoria acuta della pelle, quale conseguenza di una eccessiva esposizione al sole ed a lettini abbronzanti o lampade per fototerapia. Nella maggior parte dei casi è un’ustione di 1°grado che compare alcune ore dopo l’esposizione, raggiunge un picco a 12-24 ore con eritema ed edema intenso molto pruriginoso, fenomeni più accentuati (ustione di 2° grado, comparsa di bolle, dolore e sintomi generali come febbre,nausea e vomito). Particolare attenzione è raccomandata a chi utilizza farmaci fotosensibilizzanti come antibiotici (specie tetracicline o i chinolonici retinoidi), antinfiammatori non steroidei (FANS) specie il ketoprofene, e anche i cosmetici contenenti profumi”.