Saper chiedere scusa è un atto di coraggio che presuppone il riconoscimento dei propri errori e la capacità di gestire la ferita narcisistica
Dopo il caso di Venditti che ha espresso con eccessivo disprezzo il disturbo arrecato da una ragazza “speciale” durante un suo concerto e il caso di Sangiuliano, che invano ha tentato di esprimere il proprio rammarico, anche davanti alle telecamere con il pianto, sono state diverse le espressioni tra coloro che apprezzavano le scuse e coloro che le giudicavano fuori luogo e imperdonabili.
Viene da chiedersi qual è il valore delle scuse e quando sono utili.
Prima di tutto, chiedere scusa è difficile poiché presuppone l’assunzione di una responsabilità di fronte ad un errore. L’impegno a non ripeterlo, poi, richiede maturità emotiva, capacità di entrare in contatto con la propria vulnerabilità, la propria imperfezione e con il potenziale giudizio degli altri, se non addirittura la paura dell’abbandono e della perdita dell’amore e della stima altrui. Per alcuni modelli di comportamento ammettere l’errore e chiedere scusa è un atto di debolezza, rappresenta l’ammissione della propria inferiorità e fragilità, innescando anche il senso di colpa. Ecco perché spesso le scuse vengono superate da meccanismi di negazione o rimozione, che soprattutto inconsciamente, portano a giustificare le azioni messe in atto e le conseguenze delle stesse.
Ma ci sono due tipi di scuse. Le scuse sono un atto spesso dovuto per convenzione sociale e riguarda il rispetto di principi educativi, come gesto di cortesia in una relazione superficiale; pertanto, possono essere fatte delle scuse ma senza un reale valore che attiene al pentimento della sofferenza arrecata e al danno provocato.
Le scuse sincere e sentite avvengono solo a seguito di pentimento possono portare anche alla richiesta di perdono. Il pentimento richiede una capacità psicologica di stare in contatto con la propria sofferenza, senza negarla, con il proprio rimorso, accettando anche la possibilità di non essere perdonati. Il perdono, infatti, si può chiedere ma non è scontato ottenerlo.
Chiedere scusa in ogni caso è un gesto importante, di valore e necessario sia a chi lo compie e sia a chi lo riceve, poiché consente una riflessione profonda sui fatti accaduti. È un mezzo attraverso il quale si offre a sé stessi la possibilità di elaborare le emozioni e i sentimenti anche dolorosi che vanno trasformati e normalizzati perché siano strumento di crescita e di evoluzione.
Il perdono può essere il frutto delle scuse o della richiesta di perdono ma resta un atto libero, che si offre come dono, appunto e, può essere uno strumento di interruzione della spirale di violenza, da cui da vittima si finisce - alle volte - per diventare carnefici, anche solo con il giudizio privo di comprensione delle storie che sono dietro i gesti e le scelte delle persone.
Chiedere scusa e perdonare fa bene, perché riconcilia le persone con la propria umanità, con virtù come l’umiltà, la consapevolezza di sé e dei propri limiti. Riconoscere la possibilità che in ogni persona, al di là dell’intento, esistano spinte e pulsioni che attivano parti diverse e contrapposte le une con le altre, di bene e di male, in funzione alle diverse esperienze. Aiuta, altresì, a prendere coscienza che ognuno è in un proprio percorso evolutivo che ha stadi e fasi e che nessuno può sentirsi perfetto, poiché è proprio in tale percezione alterata della realtà che si annida il delirio di onnipotenza che origina la incapacità di ridimensionare l’idea di sé di fronte allo sbaglio. Quest’ultimo può divenire così occasione preziosa di conoscenza della propria identità e di recupero di autenticità e libertà necessaria per esprimere il proprio potenziale progetto di vita personale e comunitario.