Domenica 14 Settembre 2025 | 15:33

Bari, a piazza Garibaldi la stanza della droga: si fuma eroina a pochi passi dalle giostrine VIDEO

 
Redazione online (video Donato Fasano)

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Redazione online (video Donato Fasano)

Il luogo è ben noto agli abitanti della zona: nel vano nascosto ci sono i resti dell’uso di stupefacenti

Domenica 14 Settembre 2025, 13:07

13:30

C’è una porta che si apre dietro le giostrine, a ridosso di un’attività commerciale. Non è segnalata, non ha insegne, eppure tutti sanno a cosa serve. È lì che, nel cuore di Piazza Garibaldi, tra il Murat e il Libertà, si consuma una delle piaghe più silenziose e devastanti della città: la droga. 

Siamo entrati in quello che i residenti ormai chiamano “la stanza”. Uno spazio protetto, invisibile ai passanti frettolosi, dove ogni giorno decine di persone si rifugiano per fumare la droga che sta lasciando dietro di sé segni profondi: corpi piegati, sguardi vuoti, vite sospese. Qualcuno dice che si tratti di crack, ma in realtà molto probabilmente la verità è diversa: si fuma eroina, la droga che ha devastato le città negli anni '80 ed è ritornata prepotente perché costa poco e viene "allungata" in una maniera che è tipica di altre zone del mondo. Con una singola dose acquistata al dettaglio, nel degrado urbano, si sballano anche in tre.

Il dettaglio che colpisce è la vicinanza ai giochi per bambini. Basta alzare lo sguardo e si vedono famiglie, passeggini, ragazzi che attraversano la piazza. Poi si abbassa la testa, e lì dentro, a pochi metri, la scena cambia completamente: fumo acre, lattine bruciate, resti di sostanze abbandonate sul pavimento.

Fino a poco tempo fa Piazza Garibaldi era rimasta fuori dalle cronache di degrado e criminalità che spesso riguardano altre zone del Libertà. Ma oggi non è più così: il crack ha trovato qui un rifugio, una base stabile, davanti agli occhi di tutti.

I residenti parlano di un fenomeno “improvviso ma già radicato”. Le immagini raccolte lo mostrano senza filtri: un luogo trasformato in una zona franca per lo sballo, che interroga la città sulla sua capacità di proteggere gli spazi comuni e restituirli alla vita quotidiana.

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