In un lembo di terra il più stretto d’Europa: 34 chilometri a perdita d’occhio che uniscono il mar Ionio al Tirreno. Al centro del centro.. ovvero al centro della Magna Grecia: è qui che si è voluto far nascere il THotel Lamezia. Una struttura che sembra guardare un orizzonte infinito dove però il mare non si scorge, perché è a 15 chilometri di distanza con i suoi tre lidi. Uno dei quali, Gizzeria Lido, è divenuto sede dei mondiali di kite grazie alla caratteristica di un vento a mulinello che dalle 10 alle 14 si fa sentire ogni giorno dell’anno. Oltre le palme portate dall’Africa e ai carrubi centenari arrivati dalla Sicilia, di là dai cancelli ci si trova sull’asse centrale della superstrada che collega appunto lo Ionio al Tirreno.
Nella storia la Calabria è stata sempre caratterizzata dalla facilità di raggiungimento: ancora oggi dallo Ionio giungono gli extracomunitari sin dalla Turchia, mentre nel tempo personalità della storia hanno attraversato questi lidi. Nella zona soprastante l’hotel vi è il borgo Soveria Mannelli, luogo divenuto celebre per essere stato il posto in cui Garibaldi fece stare i suoi Mille prima che affrontassero e vincessero la battaglia sotto il Reventino, il massiccio imponente della zona.
«Nessuno pensava che qui qualcosa potesse funzionare. Noi abbiamo fatto uno studio approfondito, per capire in che modo la struttura ricettiva potesse intercettare un’esigenza. Subito abbiamo compreso che stando a poca distanza da un aeroporto come quello di Lamezia, l’ottavo aeroporto d’Italia che movimenta quasi 3 milioni di passeggeri l’anno, saremmo potuti diventare un riferimento per il business ed il congressuale. E così è stato. Essendo noi una famiglia di costruttori, abbiamo realizzato l’hotel». Lo dice con grande orgoglio Fabrizio D’Agostino, ideatore e proprietario della struttura.
«Siamo stati i pionieri – prosegue - Siamo accanto alla Cittadella Regionale, sede della Regione realizzata dall’architetto Portoghesi. Accanto poi vi è il Policlinico Universitario di Germaneto, che coniuga la struttura ospedaliera a quella universitaria. È come stare al centro del mondo, pur essendo apparentemente isolati. L’obiettivo primario per me è rendere accogliente e dare atmosfera ad un luogo dedicato al business, che spesso risulta essere un po’ impersonale. Abbiamo scaldato gli ambienti con dipinti di un giovane straordinario, il cui padre dipingeva affreschi nei palazzi nobiliari romani. Nella hall campeggia il suo quadro che replica alla perfezione la vecchia Cinquecento Fiat. Nel cuore abbiamo il desiderio di vivere e far vivere la nostra,“calabresità”. In campo enogastronimico usiamo ingredienti locali, quasi sempre a km.0 e con ricette che raccontano la nostra terra. Chi vuole la cucina internazionale la trova – prosegue D’Agostino – ma il tocco del luogo lo facciamo sentire sempre».
Con oltre 110 camere, 7 sale congressi, piscina esterna e centro benessere, la struttura è stata arricchita con quattro suite. La business, è stata scelta dal presidente Silvio Berlusconi due volte: quando venne in Calabria da presidente del Consiglio e più tardi, nel 2020, quando sostenne in campagna elettorale Iole Santelli. Berlusconi qui ha voluto conoscere i sapori calabresi, la liquirizia, la ‘nduja, il peperoncino. E soprattutto si è intrattenuto molto con i camerieri.
L’ex presidente della Repubblica Napolitano è stato a sua volta in questa struttura, quando gli dedicarono la sala consiliare della Regione Calabria. E ancora, Vasco Rossi a Zucchero a Tina Turner. Ultimo ma non da ultimo, il mondo del calcio: «Il Milan, il Napoli e la Lazio hanno fatto ritiri qui – conclude il proprietario – Essendo apparentemente isolati, siamo il luogo ideale per i ritiri».

In un lembo di terra il più stretto d’Europa: 34 chilometri a perdita d’occhio che uniscono il mar Ionio al Tirreno. Al centro del centro.. ovvero al centro della Magna Grecia
Venerdì 23 Giugno 2023, 10:45
Biografia:
Quante storie si nascondono nelle mura di un hotel. Il diario di bordo scritto da Barbara Bonura negli alberghi più belli e suggestivi dello Stivale.
Barbara Bonura
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