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Brindisi, il corteo dei 151 dipendenti Dema a un passo dal licenziamento

 
Antonio Portolano

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Antonio Portolano

Il paradosso: il gruppo chiude i battenti ma chiede a Invitalia 22 milioni per un investimento in Campania

Lunedì 30 Gennaio 2023, 10:42

L’ennesimo «colpo di scena» nella infinita vertenza del Gruppo Dema arriva proprio alla vigilia del corteo organizzato per stamani dai 151 dipendenti degli stabilimenti brindisini, ad un passo dal licenziamento.
Da un lato il Gruppo intende chiudere i battenti a Brindisi, dall’altro avanza una richiesta di 22 milioni di euro a Invitalia per un altro investimento in Campania. A rivelarlo, annunciando battaglia, è il commissario regionale di Forza Italia, il parlamentare brindisino Mauro D’Attis. «La vertenza del gruppo Dema evidenzia, ogni giorno di più, aspetti grotteschi che si traducono in penalizzazioni inaccettabili per il territorio brindisino. Il gruppo vuole chiudere i due stabilimenti di Brindisi (con la perdita di 151 posti di lavoro) ed allo stesso tempo chiede ad Invitalia 22 milioni di euro per un nuovo investimento a Somma Vesuviana». E aggiunge: «Lo Stato non può sostenere una lotta fra territori, con penalizzazioni economiche ed occupazionali per chi soccombe su decisione aziendale. È questo il motivo per cui ho chiesto un incontro urgente al Ministro per le imprese Urso, a cui confermerò la mia volontà di ostacolare con ogni strumento l'erogazione di denaro pubblico nei confronti di un’azienda che si dimostra inaffidabile e poco rispettosa delle competenze territoriali e dei diritti dei lavoratori. Cose che saranno ben note, ne sono certo, al Prefetto di Brindisi La Iacona». D’Attis denuncia anche un clima pesante nei confronti ai dipendenti: «A ciò si aggiungono, infine, anche gli "avvertimenti" che il legale del gruppo Dema continua a rivolgere ai lavoratori brindisini, collegando le legittime proteste al rischio di perdita di commesse».
Intanto stamattina alle 9 in via spalato si concentreranno i 151 dipendenti brindisini a rischio per sfilare in corteo - insieme con tutti i sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl - per le vie del centro alla volta della prefettura dove consegneranno una lettera all’Autorità di governo. La battaglia per difendere i posti di lavoro è solo all’inizio e si preannuncia più dura che mai.

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