BARI - Se il jazz è il terreno musicale preferito di ciò che non può essere incasellato a priori, ci sono momenti, nella vita di un’artista, in cui si sente il bisogno di dare a questo apparente «disordine» una propria dignità. È il caso di Antonella Fierli, tra le voci e le sensibilità più spiccate del panorama jazz pugliese, che giunge al suo primo disco di inediti con una maturità espressiva che colpisce nel profondo.
«Antonella sings Antonella» è un titolo che la dice lunga sul percorso tracciato in questo album, distribuito da Angapp Music: Fierli firma i testi (tutti in inglese) e la composizione musicale di ogni brano, che si distingue per la freschezza e il garbo sonoro con cui l’ascolto viene accarezzato. «I testi descrivono in modo poetico momenti della mia vita - spiega la cantante -, soprattutto amori sbagliati, speranze di riconciliazione, sogni ad occhi aperti, in una visione lirica delle esperienze di vita dove il “non sense” apre ad altri mondi immaginifici. Le melodie, invece, nascono dalla collaborazione con Paola Arnesano, che ne ha curato gli arrangiamenti. Si tratta di brani che vogliono collocarsi nella tradizione jazzistica ma strizzano l'occhio al blues, all'R&B e al pop». È così che si passa dalle atmosfere fumose e da jazz club di «I Feel Blue» alla ritmica coinvolgente di «What’s Up In Town», dalla poesia struggente di «Love Can Make Miracles» alla profondità di «It Ain’t No Lover».
Quest’ultimo brano, in particolare, nasce ed è ispirato da una relazione vissuta dalla cantante barese, che pian piano si è spenta, fino a diventare «doggy doggy, and slow slow», come recita il testo. Ma è da lì in avanti che la sua anima ferita ha ritrovato poi nuova linfa, rituffandosi in un’altra relazione amorosa, descritta in uno dei brani più intensi, «Love Can Make Miracles» (quest’ultimo arrangiato da Roberto Redavid).
«It Ain’t No Lover» è diventato anche un bel videoclip uscito lo scorso novembre (www.youtube.com/watch?v=UbCcnbDmMH4), contenente le animazioni delicate e oniriche di Maria Grazia Tarulli. Ed è sempre da lì, con un filo rosso che cuce poi ogni contributo artistico, che la creatività di Simone Devenuto ha tirato fuori la copertina del disco, nella quale un cane e una farfalla si osservano, in una sospensione del tempo che sembra proprio riempita dalle note di ogni brano. Il disco spazia in vari generi: le venature jazz fanno spazio ad accenni di world music, ma non mancano suggestivi tratti folk in «Perfect Song», o sottili morbidezze lancinanti, come in «X’mas Night» o «Delivered».
La voce di Antonella Fierli giunge sempre diretta e vettoriale, ed è accompagnata da un quintetto d’eccezione, che mostra discreto affiatamento: il gruppo è formato da Alessandro Binetti e Antonio Laviero al pianoforte, Gianlivio Liberti alla batteria, Marco Boccia al contrabbasso, Ignazio Cascarano al violino e Alberto di Leone alla tromba.