Jenny Cooper (Serinda Swan) svolge i compiti in maniera impeccabile. Ma oltre a metodo e bellezza ha un’aurea malinconica che le permette di avere un rapporto speciale con le vittime. Quando tocca i volti (ammesso ci siano ancora) recita una piccola preghiera: «Guardando te - mormora - vedo me stessa nella vita, così come nella morte». L’impianto è tradizionale, Jenny però non è il solito Coroner (la quarta stagione disponibile su Sky e in streaming su Now), ha quella luccicanza che le permette di risolvere casi inspiegabili oltre a essere la protagonista, anzi il centro della serie.
Vedova con un figlio adolescente che non trova pace e un padre con inizio di demenza, cambia casa, città e lavoro. Ogni episodio mescola due trame, quella dell’omicidio da investigare e quella che approfondisce il suo passato. Con lei anche le trame prevedibili, dal culto satanico all’ennesimo serial killer, non sono mai monotone. Quasi incredula, Jenny assiste alle atrocità quotidiane che deve letteralmente sviscerare, per sperare di fermare l’impazzimento del mondo. Mentre il suo continua a girare vorticosamente: al dolore della perdita del marito si sommano i debiti che il defunto le ha lasciato a sua insaputa. E poi deve ricominciare a vivere senza cadere nella tentazione di un sonnifero, una pillola magica che le faccia dimenticare incubi e misteri che la torturano: il fantasma della sorellina di cui non ricorda nulla e un cane nero che compare sulle scene dei delitti quando meno se l’aspetta. Più che un medico legale, Jenny sembra un angelo piombato sulla terra, in attesa di espiazione.