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«Notre-Dame» nel tragico falò degli intrighi

 
Marzia Gandolfi

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Marzia Gandolfi

«Notre-Dame» nel tragico falò degli intrighi

Il 15 aprile 2019 il fuoco divampa, divora il tetto e minaccia le torri, salvate in extremis e a rischio della propria vita da una squadra di pompieri

Venerdì 04 Novembre 2022, 08:50

Difficile fare dell’incendio di Notre-Dame, decisamente più simbolico che tragico, l’ispirazione «irradiante» di una Chernobyl alla francese. Lo provano le tante pubblicazioni, gli spettacoli di realtà virtuale, il film magniloquente di Jean-Jacques Annaud (Notre-Dame in fiamme) o il racconto corale di Hervé Hadmar per Netflix. Ciascuna di queste opere è «basata su fatti reali» di cui conosciamo già l’esito: il 15 aprile 2019 il fuoco divampa a Notre-Dame, divora il tetto e minaccia le torri, salvate in extremis e a rischio della propria vita da una squadra di pompieri. Se in Notre-Dame in fiamme la cattedrale è l’eroina della storia, una «vecchia signora» che brucia senza poterci fare niente, come i pompieri con le loro manichette troppo corte e i camion bloccati nell’ingorgo della sera, in Notre-Dame l’incendio è la tela di fondo all’intrigo. All’epica, l’autore preferisce il melodramma, alla cattedrale, gli uomini e le donne che la guardano ardere. Sotto le sue torri convergono pompieri e civili uniti dal fervore, dai ricordi e dalla fede che suscita quel monumento eterno ridotto alla sua vulnerabilità materiale. I personaggi si accumulano con le digressioni che accendono involontariamente controfuochi, un sottotesto sociale su un mondo in fiamme.

L’incendio diventa il punto di partenza di archi narrativi che oscillano tra la caricatura e i cliché romanzeschi, come se le circostanze straordinarie di quella catastrofe culturale non fossero sufficientemente drammatiche. Gli episodi soffiano sul fuoco e creano connessioni tra i protagonisti che faticano a incarnare una partitura troppo artificiale. L’artiglieria drammatica travolge Notre-Dame, un «paesaggio emozionale» che ripariamo per conservare lo slancio dell’immaginazione e l’intima consapevolezza della perdita.

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