L’inconfondibile «croc» che conquista il palato racconta una tradizione millenaria di un territorio ormai conosciuto in tutto il mondo. A tal punto che in Polonia l’Ispettorato frodi del Mipaaf ha individuato un caso di «falso». A 19 anni dal «sigillo» della Dop, il pane di Altamura oggi celebra la giornata mondiale proprio nella «capitale» della Murgia in cui gli antichi forni a legna producono quel pezzo di crosta (almeno 3 mm) e mollica frutto di una sapiente lievitazione i cui «segreti» sono custoditi nel disciplinare. Con oltre 700mila chili prodotti nel 2021, il Pane di Altamura è uno dei pani più apprezzati in Italia, come confermato da una recente ricerca. Per questo, Altamura, oggi ospiterà alcuni eventi, dal meeting a partire dalle 10 nel Monastero del Soccorso (Sala Tommaso Fiore), all’apertura del museo del pane, passando per uno show cooking alle 18 in piazza Duomo con i piatti a basa di Pane di Altamura preparati da uno chef stellato. Una organizzazione che porta la firma del Consorzio del Pane Dop di Altamura cui aderiscono produttori, molitori e agricoltori, da maggio scorso guidata dalla neo presidente, Lucia Forte, amministratore delegato di Oropan, uno dei leader della produzione del pane.
Presidente Forte, il prossimo anno la Dop del Pane di Altamura spegnerà la ventesima candelina. Quali i punti di forza?
«Il grande punto di forza è certamente nel prodotto. Il Pane di Altamura DOP è l’alimento più rappresentativo, distintivo ed identitario della nostra cultura alimentare e delle nostre tradizione. È uno degli alimenti basilari della dieta mediterranea e ha un valore che va oltre quello nutrizionale. È ormai un brand internazionale del made in Italy che dà lustro alla nostra Altamura, alla Puglia perché condensa secoli di storia».
Ritiene che il disciplinare vada adeguato e attualizzato? Ad esempio con il riconoscimento del Bio? O inserendo altre varietà di grano per far fronte alla produzione?
«Ogni disciplinare di prodotti di qualità Dop e Igp viene sottoposto a revisioni periodiche, nel nostro caso è rimasto immutato. Indubbiamente dopo 19 anni, servirà attulizzarlo, ed è un tema che affronteremo con il Consiglio di amministrazione, l’assemblea dei soci e il Ministero delle Politiche agricole e forestali. Tutto ciò nell’esclusivo obiettivo di custodire la tradizione, guardando al futuro, attraverso un percorso di evoluzione e crescita produttiva, imprenditoriale anche improntato ai valori della sostenibilità, e creare valore aggiunto equamente distribuito tra tutti gli attori della filiera nell’interesse del comsumatore».
Il Consorzio ha 24 soci, non sono pochi rispetto alla potenziale platea?
«Il programma che il Cda appena insediato (maggio 2022) si prefigge è inclusivo. Negli ultimi mesi hanno fatto ingresso 5 nuovi soci del mondo dell’agricoltura. Sono certa che il programma di crescita ed evoluzione, che intendiamo sviluppare, genererà i risultati e le ricadute attese, pertanto anche altri operatori della filiera troveranno la giusta motivazione per fare rete e cooperare nel nostro progetto».
La crisi del grano e i prezzi. Come sta rispondendo il mercato?
«Il progetto di filiera alla base della produzione del pane di Altamura Dop ha certamente fatto da schermo, in presenza di accordi di filiera sottoscritti, ma non del tutto scongiurato la necessità di rivedere e ripensare le politiche dei prezzi, soprattutto perché accompagnato da rincari registrati dai costi di produzione legati alle fonti di approvvigionamento energetiche, in primis. Nonostante ciò, siamo convinti che il ruolo del Consorzio sia quello di determinare il corretto price positioning del nostro pane, non legato a tali dinamiche, ma dai suoi elementi differenzianti, elementi del valore che continuano a renderlo apprezzato dai consumatori».
Le opportunità dei finanziamenti comunitari. Fare squadra per consolidare il risultato?
«Per poter costruire un percorso di valore, è necessaria una perfetta sinergia, tra consorzio, imprese ed istituzioni. Le possibilità offerte dal PNRR devono essere lette in tale direzione in quanto la valorizzazione e la promozione di un prodotto tipico, una DOP è di interesse non solo degli operatori della filiera, ma di una intera comunità, perché significa dare lustro al Made in Italy. In tale percorso di valorizzazione, la collaborazione con le istituzioni, è fondamentale. Sono, altresì, certa che gli operatori della filiera coglieranno positivamente le opportunità e continueranno a fare squadra nell’interesse delle prospettive di crescita, sviluppo ed evoluzione imprenditoriale».