Venerdì 05 Settembre 2025 | 22:51

«Il rigassificatore a Taranto opportunità per il porto»

 
Redazione Primo Piano

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«Il rigassificatore a Taranto opportunità per il porto»

Gli agenti marittimi: «Stop alle campagne catastrofiste»

Venerdì 05 Settembre 2025, 11:56

Mentre il porto di Gioia Tauro, in Calabria viene dichiarato idoneo a ospitare un eventuale polo Dri dell'ex Ilva, Taranto discute sul futuro dell’acciaieria.

«Per noi l’approdo a Taranto o Gioia Tauro della nave rigassificatrice non è una variabile indifferente. E non lo è per il porto di Taranto che con il traffico delle piccole navi gasiere di rifornimento all’impianto in rada, potrebbe tornare ad avere sussulti di vitalità, che attualmente sembrano svaniti per sempre» afferma Gerardo Pentassuglia, presidente del Consorzio ISC (Ionian Shipping Consortium), che rappresenta otto agenzie marittime del porto ionico, riferendosi all’ipotesi di una nave rigassificatrice a Taranto legata al piano di decarbonizzazione dell’ex Ilva. «Siamo voce in controtendenza - aggiunge - ma non possiamo tacere di fronte alle campagne catastrofiste che non collimano con le esperienze già in atto a La Spezia, Rovigo, Livorno, Piombino e presto anche Ravenna e Porto Empedocle». «Almeno 200 navi da 10 Paesi - ricorda - hanno già raggiunto i terminali italiani. Un trend destinato a crescere e su cui Taranto non può farsi trovare impreparata, anche per la decarbonizzazione dell’ex Ilva e il rilancio del porto. Il dato attuale sull’export è pari a zero - sottolinea - e senza i componenti Vestas potremmo decretare il fallimento della prospettiva economica dell’area. Così rischiamo il default tutti. Serve un dibattito scevro da strumentalismi», conclude. Anche la Raccomar, associazione degli agenti e raccomandatari marittimi di Taranto, esprime pieno sostegno all’ipotesi di approdo di una nave rigassificatrice nel porto ionico legata al progetto di decarbonizzazione dell’ex Ilva. «Di fronte a una crisi dei traffici senza precedenti, il rigassificatore rappresenta un’ancora di salvezza per l’intero sistema portuale e per l’indotto economico della nostra città», dichiara il presidente Giuseppe Melucci. «Non possiamo permetterci - aggiunge - di perdere questa opportunità strategica per paure infondate sui rischi ambientali, che le più avanzate tecnologie rendono oggi minimi e controllabili». Tra i benefici diretti stimati dall’associazione: oltre 300 posti di lavoro tra tecnici e operatori, aumento del traffico navale con le metaniere, crescita dei servizi portuali e sviluppo delle attività logistiche connesse. L'indotto, sostiene Raccomar, potrebbe generare oltre mille posti aggiuntivi, un incremento del PIL provinciale tra 150 e 200 milioni di euro e attrazione di investimenti nel settore energetico. «Mentre altri porti del Mediterraneo si rafforzano attraendo investimenti strategici, Taranto - conclude Melucci - non può permettersi di rimanere indietro per timori infondati. Il rigassificatore rappresenta una risposta concreta alla crisi dei traffici e un’opportunità per riposizionare il nostro porto come hub energetico di riferimento per l’Europa meridionale»

Anche Confapi prende posizione. «Leggiamo sui giornali che si sta valutando di vendere la più grande acciaieria d’Europa non per intero, ma prendendo in considerazione due distinte proposte di investimento: una per l’area del Nord e una per quella del Sud. Qualora dovesse concretizzarsi questa ipotesi, ad essere penalizzato sarà sempre e soltanto il territorio di Taranto. Come ho già avuto modo di affermarlo in altre circostanze, noi come Confapi non concordiamo su questa posizione. Nel modo più assoluto» dichiara il presidente di Confapi Taranto, Fabio Greco, commentando le ipotesi di una possibile vendita «a spezzatino» dello stabilimento siderurgico ex Ilva. Greco ribadisce il no a una strategia che, per l’associazione datoriale, rischia di «compromettere ulteriormente il futuro industriale e occupazionale del territorio ionico».

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